Un terremoto ‘invisibile’ provocò uno tsunami globale nel 2021. La scoperta

L’evento avvenne nell’Atlantico meridionale.

Nell’agosto del 2021 si è verificato un terremoto “invisibile” che ha prodotto uno tsunami di enorme portata che ha coinvolto l’Atlantico, il Pacifico ed Indiano. Una nuova ricerca, realizzata da Zhe Jia, sismologo del California Institute of Technology, ha portato alla luce importanti dettagli su questo evento che si è verificato in maniera molto differente rispetto a quanto previsto in precedenza. L’origine dello tsunami “globale” fu individuato in una scossa di magnitudo 7,5 che colpì le Isole Sandwich meridionali, nell’Atlantico meridionale. Una serie di ricerche ha, però, messo in dubbio questa conclusione. Attraverso l’elaborazione di nuovi dati, gli esperti hanno individuato l’ipocentro dell’evento a 47 chilometri di profondità; non in grado di provocare tsunami, soprattutto di quelle proporzioni. Gli esperti hanno anche scoperto come la rottura della placca tettonica che innescò il terremoto era lunga quasi 400 chilometri. Ed anche in questo caso i conti non tornano: una rottura di questo tipo avrebbe dovuto generare una scossa molto più forte.

Un terremoto ‘invisibile’ provocò uno tsunami globale nel 2021. La scoperta

La nuova ricerca, pubblicata su Geophysical Research Letters, rivela nuovi dettagli. A provocare lo tsunami furono, in realtà, ben cinque sismi o “sub-terremoti” ed in particolare uno di questi eventi, il terzo, ovvero il più superficiale. Il terremoto, di magnitudo 8,2, fu anche molto “silenzioso” tanto che non venne notato dagli strumenti che non consentirono agli scienziati di comprendere che si trattava di cinque diversi terremoti, separati da pochi minuti. Gli esperti che hanno realizzato la nuova ricerca sono riusciti ad individuarlo attraverso una specifica tecnica di separazione temporale dei dati sulle onde sismiche. Attraverso questo metodo gli esperti hanno individuato il terzo evento, della durata di circa 200 secondi, che, da solo, ha prodotto il 70% dell’energia emanata da tutti e cinque i terremoti e una rottura tra le placche di circa 200 chilometri a soli 15 chilometri di profondità. Una profondità questa volta compatibile con uno tsunami. La ricerca potrà rivelarsi preziosa per individuare le serie di terremoti simili che avvengono in sequenza e la loro possibile correlazione con onde di tsunami.