Cambiamenti climatici, è allarme: i pesci sempre meno commestibili, l’ecosistema marino è alterato

Il surriscaldamento globale, insieme agli oceani sempre più inquinati, potrebbe estinguere il 60% delle specie ittiche entro il 2100.

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Fonte: Twitter di @Terra_Pianeta

Chi pensava che il problema dei cambiamenti climatici a livello globale riguardasse solamente o in gran parte la salubrità dell’aria che respiriamo, dovrà tristemente ricredersi. Il surriscaldamento globale avrà infatti nei prossimi anni un impatto a dir poco negativo sull’approvvigionamento ittico in tutto il mondo. Potrebbero presto sparire, insomma, gran parte dei pesci che oggi siamo soliti consumare a tavola, con tutte le conseguenze che ciò potrebbe avere anche sulla salute dell’uomo. Ad affermarlo è uno studio dettagliato portato avanti dall’Università di Rutgers in sinergia con l’Università della Columbia britannica.

I ricercatori hanno infatti spiegato che il surriscaldamento climatico avrà delle dirette conseguenze, in parte già in atto, sulla catena alimentare dei pesci e quindi sui loro spostamenti in mare per cercare nuove prede di cui cibarsi per evitare l’estinzione. Diverse specie ittiche potrebbero quindi spostarsi dal loro habitat tradizionale per sopravvivere alla ricerca di cibo costringendo anche chi vive di pesca a spingersi in zone sinora poco conosciute alla ricerca di pesci da catturare. E se questo non bastasse, il cambiamento del clima a livello planetario potrebbe avere anche conseguenze indirette sulla riproduzione dei pesci.

Grazie ad avanzati modelli computerizzati in grado di generare previsioni statistiche su un arco temporale decisamente lungo, da qui a 200 anni potrebbero quasi non esserci più pesci di cui cibarsi. Le alte temperature delle acque faranno infatti calare drammaticamente i livelli di zooplankton provocando un terribile effetto cascata sulla catena alimentare marina. La crescente acidificazione dei mari, poi, potrebbe causare seri problemi di calcificazione per il guscio di specie come le ostriche ed o gamberi, interferendo direttamente con la prosecuzione del loro ciclo riproduttivo. Si tratta di problemi estremamente seri dalla cui risoluzione dipenderà molto più di ciò che superficialmente siamo portati a credere.