Buco dell’ozono sopra i tropici: è 7 volte più grande di quello dell’Antartide

Molto probabilmente potrebbe esserci un secondo buco dell’ozono anche sopra i tropici ed è sette volte più grande di quello sopra l’Antartide.

Da anni ci si prodiga per combattere il famigerato buco dell’ozono, grazie ai provvedimenti presi in comune accordo da alcuni Stati nel famoso Protocollo di Kyoto prima e in quello di Montreal poi, per contrastare il cambiamento climatico.

Come è risaputo l’ozono è uno dei gas che compongono la nostra atmosfera e la sua particolare composizione chimica lo rende simile ad un filtro che protegge la Terra dalle nocive radiazioni ultraviolette emanate dal Sole. Ma se da un lato siamo riusciti a contenere quello presente sull’Antartico che si “apre” nella stagione primaverile, dall’altro purtroppo giunge una brutta notizia; l’Università di Waterloo, in Canada, ha scoperto un altro buco dell’ozono sulle regioni tropicali, non solo ben sette volte più grande del primo, ma che non risentirebbe delle stagioni.

Lo scienziato a capo del team di ricercatori, Qing-Bin Lu ha dichiarato all’Indipendent: “Sembra incredibile che non sia stato scoperto in precedenza[…] I tropici costituiscono metà della superficie del pianeta e ospitano circa la metà della popolazione mondiale. La presenza di questa singolarità costituisce motivo di preoccupazione globale.

Il motivo è presto detto: “L’esaurimento dello strato di ozono può portare a un aumento della radiazione ultravioletta a livello del suolo che a sua volta può aumentare il rischio di cancro della pelle e cataratta, può indebolire il sistema immunitario, diminuire la produttività agricola e influenzare negativamente gli organismi acquatici e gli ecosistemi sensibili”.

Lo studio,pubblicato sulla rivista American Institute of Physics Advances, afferma inoltre che questo buco dell’ ozono non sarebbe nuovo ma presente da circa 30 anni.

Conclude Lu: “Questa scoperta potrebbe essere cruciale per una maggiore comprensione del cambiamento climatico in atto a livello globale ma saranno necessari ulteriori studi sull’indebolimento dello strato di ozono nell’atmosfera”.