Si studiano batterie a base di alluminio e zolfo, è addio al costoso litio

Progettate nuove batterie al sale, alluminio e zolfo capaci di ricaricarsi rapidamente ad alte temperature.

batterie in alluminio e zolfo
Fonte: Twitter/@glooit

Le batterie al litio sono molto costose per la loro realizzazione, e anche pericolose poiché gli elettroliti possono incendiarsi; per questo da anni alcuni scienziati stanno cercando una valida alternativa che sia più economica e che abbia prestazioni maggiori. Dopo due anni forse è stata trovata.

A parlarne è stata la rivista Nature, sulla quale ha pubblicato i suoi risultati un gruppo di ricerca guidato da Donald Sadoway, del Massachusetts Institute of Technology (Mit): “Volevamo inventare qualcosa che fosse migliore delle batterie agli ioni di litio per l’immagazzinamento stazionario su piccola scala e, in definitiva, anche per gli usi automobilistici ” queste le parole di Sadoway; e cosa c’è di meglio che una combinazione di alluminio e zolfo, sostanze economiche e di facile reperimento.

L’idea è stata di utilizzare come elettrodi alluminio e zolfo e usare come elettrolita, ovvero il liquido attraverso cui scorrono le cariche elettriche, dei sali non infiammabili. Una intuizione di Sadoway, che è un vero esperto nel campo, tanto da essere soprannominato Mick Jagger delle batterie”. Ha scherzato: “Il mio soprannome deriva dal fatto che come il cantante dei Rolling Stones provo a fare le cose in modo diverso dagli altri. Non so se vorrei dare il mio laboratorio in mano a Jagger ma sono contento dell’accostamento. È proprio facendo le cose diversamente che sono riuscito a fondare tante aziende che operano con successo nel campo delle batterie sfruttando ciascuna una diversa tecnologia”.

Queste nuove batterie secondo i test sarebbero in grado di sopportare centinaia di cicli a elevatissime velocità di carica, con un costo previsto per cella di circa un sesto rispetto quello degli ioni di litio. Inoltre hanno visto che la velocità di ricarica dipende decisamente dalla temperatura di lavoro, tanto che a 110°C la carica delle batterie era fino a 25 volte più rapida di quella a 25°C.