Un santuario di oltre 2500 anni nelle profondità di una chiesa scoperto sulle rive del Mar Nero

Tra gli oggetti recuperati spicca un rarissimo idolo scolpito nella pietra, oltre a decine di pezzi d’oro e frammenti di ceramica greca.

Un team di archeologi ha scoperto, sotto i resti di una chiesa bizantina nella città di Ochamchira, sulle rive del Mar Nero in Abkhazia, un santuario riconducibile all’antica cultura della Colchide risalente tra la fine del VI e l’inizio del IV secolo a.C. Come riportato da un sito russo specializzato, negli anni ’80 vennero ritrovati i resti di un tempio bizantino in una fortificazione situata sulla collina di Gienos. Esplorando gli strati sottostanti, i ricercatori hanno scoperto l’antico santuario sotto l’angolo sud-ovest della navata principale. Gli oggetti recuperati includono un idolo scolpito nella pietra estremamente raro, il secondo del suo genere scoperto nella regione del Caucaso; più di 30 oggetti d’oro, alcuni dei quali usati per decorare i tessuti che adornavano il sito; un gran numero di frammenti di ceramica attica e ionica, nonché statuette di antiche divinità egizie e greche.

Un santuario di oltre 2500 anni nelle profondità di una chiesa scoperto sulle rive del Mar Nero

Nelle immediate vicinanze del santuario, gli archeologi hanno portato alla luce una serie di tracce di edifici residenziali in legno. Finora, gli studiosi hanno provvisoriamente datato questi oggetti al periodo “pre-antico” (VIII-V secolo aC). Tuttavia, queste stime dovranno essere confermate da altri studi. Per gli archeologi, i materiali degli scavi mostrano la forte influenza della civiltà greca sulla cultura della Colchide, e le sue relazioni con altri popoli contemporanei che si stabilirono nel Caucaso, in particolare con i Koban. Secondo gli esperti, i primi riferimenti alla città di Gienos e alla Colchide si trovano nel Periplo di Pseudo-Scylax, opera datata tra il IV e l’inizio del III secolo a.C., in cui è descritta la circumnavigazione del mare Mediterraneo, compreso il Mar Nero e le coste dell’Africa.