Resti di possibili sacrifici umani di 5.000 anni trovati in Danimarca

I ritrovamenti potrebbero gettare nuova luce sulle pratiche di sepoltura e sui rituali svolti dagli antichi abitanti della regione durante l’età della pietra.

Durante uno scavo esplorativo sul terreno dove sorgerà un complesso abitativo nella cittadina di Stenlose (Danimarca), un team di archeologi ha scoperto i resti di uno scheletro umano di 5.000 anni, che pare corrisponda a una vittima di un sacrificio nel Neolitico, secondo quanto riferito dal Roskilde Museum (ROMU). Come spiegato dagli addetti del museo, gli esperti stavano scavando nelle vicinanze di una palude Egedal ed hanno trovato una mandibola. Mentre continuavano a scavare, sono emersi altri resti scheletrici, la maggior parte delle ossa di entrambe le gambe e del bacino. Secondo l’archeologo del ROMU Christian Dedenroth-Schou, a un metro dai resti, è stata scoperta un’ascia di selce dell’età della pietra che, a causa delle condizioni in cui versava, potrebbe essere stata un’offerta funeraria. Allo stesso modo, a circa 10 o 15 metri di distanza, sono state portate alla luce ossa di animali e pezzi di ceramica, quindi si sospetta che la persona sepolta sarebbe stata sacrificata in un rituale.


Non è la prima volta che nei pressi della palude vengono scoperti resti umani. Nel 1947, rileva l’ente, a breve distanza fu ritrovato il cranio di un bambino, per cui si sospetta che l’area fosse luogo di sacrificio di animali e persone durante l’era neolitica. Attualmente le ossa sono in fase di pulitura per un ulteriore esame, attraverso il quale si spera di determinare l’età e il sesso della persona sepolta, nonché di scoprire elementi che possano far luce sulle pratiche e sui rituali funerari degli antichi abitanti della regione.