Cosa vedremmo atterrando su Plutone?

Il paesaggio che un uomo vedrebbe atterrando sul pianeta nano.

Plutone è il pianeta nano più lontano dal Sole del nostro sistema solare. Grazie alla missione della sonda New Horizons della NASA, abbiamo avuto la possibilità di osservare il pianeta, per la prima volta da vicino nel 2015. Ma cosa vedremmo esattamente atterrando su questo mondo glaciale? Prima di tutto, noteremmo che Plutone è molto freddo, con temperature superficiali che oscillano intorno ai -230 °C. Inoltre, la sua atmosfera è molto sottile, con una pressione superficiale di soli 1/100.000 di quella della Terra. Tuttavia, nonostante queste condizioni estreme, ci sarebbero ancora molte cose interessanti da vedere su Plutone. Atterrando sulla superficie di Plutone, ci troveremmo su una vasta pianura di ghiaccio chiamata Sputnik Planitia, che si estende per circa 1.000 km. La superficie di Sputnik Planitia è molto liscia e presenta numerose crepe e fratture, probabilmente causate dal congelamento e dallo scioglimento del ghiaccio sotto la superficie. Al di là di Sputnik Planitia, potremmo vedere le montagne di ghiaccio che circondano la pianura.

Alcune di queste montagne sono alte fino a 3.500 metri e sono composte principalmente di acqua ghiacciata e azoto congelato. Ci sarebbero, inoltre, anche canyon e valli da esplorare su Plutone. Ad esempio, la regione di Cthulhu è una vasta regione di terreno accidentato e montagne alte, mentre la regione di Tartarus Dorsa presenta numerose crepe e canyon profondi. Ma forse la cosa più interessante che vedremmo atterrando su Plutone sarebbe la sua composizione chimica. Plutone è stato originariamente classificato come pianeta, ma è stato ridimensionato a pianeta nano nel 2006. Tuttavia, Plutone ha ancora molte delle caratteristiche dei pianeti, inclusa una composizione chimica molto diversa da quella degli altri corpi celesti del nostro Sistema Solare. La superficie di Plutone è ricca di metano ghiacciato, che gli conferisce un colore rosso-marrone. Ci sono, inoltre, anche tracce di monossido di carbonio, azoto e idrogeno sulla superficie di Plutone, che suggeriscono che la sua formazione è stata influenzata da una serie di processi geologici e atmosferici. In sintesi, atterrando su Plutone vedremmo una superficie di ghiaccio, crepe e canyon profondi, montagne di ghiaccio alte e una composizione chimica unica che ci aiuterebbe a comprendere la storia e l’evoluzione di questo pianeta nano lontano. Nonostante le condizioni estreme, sarebbe un’esperienza straordinaria per i viaggiatori spaziali e un grande traguardo per la scienza.