Un semplice metodo può ripristinare l’attenzione e far riposare il cervello

Le pause di cinque minuti dal lavoro o dalle attività che richiedono molta concentrazione possono essere la chiave per ripristinare l’attenzione e preparare chiunque a rimettersi in carreggiata. La scoperta è il risultato di un sondaggio dell’Università di Sydney, in Australia, che ha indagato su diversi “trucchi” per riattivare l’attenzione, verificando quali potrebbero funzionare meglio nei test di laboratorio. La scoperta è che basta una pausa completa, ovvero il distogliere del tutto la mente dagli obblighi – e dagli schermi, per rimettere in azione il cervello. La scienza riconosce già il riposo come uno strumento importante per il buon svolgimento di qualsiasi attività, per il benessere e l’apprendimento. Dalle vacanze, ad una buona notte di sonno fino alle passeggiate in un parco, ci sono molti modi per rilassarsi. Una pausa di 5 minuti senza fare nulla, solo guardare il paesaggio o fare una breve passeggiata nell’ambiente, può già ripristinare la concentrazione meglio di qualsiasi sforzo secondo gli esperti. Dagli anni ’80 si indaga sulle potenzialità di trascorrere del tempo nella natura, che ha buoni risultati nel restituire attenzione e benessere, ma ovviamente non tutti possono permettersi di uscire nel bosco ogni mezz’ora. Alcuni studi mostrano, tuttavia, che un semplice video che mostra un paesaggio naturale può già dimostrarsi piuttosto terapeutico. Il fatto è che staccarsi dal compito a portata di mano, anche se è solo per respirare e sedersi senza fare nulla, è importante. Bisogna allontanarsi dall’elettronica per qualche minuto. Gli esseri umani hanno diverse capacità di attenzione, che possono essere influenzate dai livelli di zucchero nel sangue o dal consumo di caffeina, ma ripristinare parte di quella capacità è comunque possibile. Nei test, gli scienziati hanno cercato di sapere in che modo.

Come le pause migliorano l’attenzione


Per verificare l’importanza delle pause sono stati studiati 72 studenti universitari australiani, che hanno dovuto completare un difficile pre-test mentale matematico in alcune condizioni di velocità. Questo test è stato appositamente progettato per esaurire le risorse di attenzione degli studenti, in 20 minuti. Nel gruppo di controllo, gli studenti non si sono riposati, passando a una breve lezione sulla moltiplicazione mentale di numeri a 2 cifre, come 13 x 22. L’altro gruppo ha fatto pause di 5 minuti, con lo schermo di un computer che mostrava il tempo rimanente. Una terza squadra doveva guardare un video in prima persona di un’escursione nel bush australiano per 5 minuti durante le pause. Tutti i partecipanti hanno completato un questionario sull’attenzione diretta, riportando la quantità di distrazioni durante la lezione di matematica. Le risposte andavano da “qualcosa ha attirato la mia attenzione durante la lezione” a “Ho trovato difficile rimanere concentrato a lungo“. Infine, doveva essere svolta un’attività di risoluzione dei problemi per vedere quanto efficacemente la strategia matematica veniva applicata dai partecipanti. Mentre il contatto con la natura è ottimo per schiarirsi le idee e migliorare la cognizione, anche un semplice video di un paesaggio naturale mostra già buoni risultati nel restituire l’attenzione. Nel test di risoluzione dei problemi sia il gruppo con la pausa che quello con la pausa basata sulla natura hanno fatto meglio del gruppo senza pause. Il gruppo natura è riuscito a risolvere più problemi, il 60%, mentre il gruppo riposo libero ne ha risolti il ​​53%, anche se la differenza non è statisticamente significativa, dal punto di vista scientifico. Molte abilità cognitive, come la matematica, richiedono molta concentrazione per essere apprese, ma le nostre risorse cognitive si esauriscono quando si studia o si risolvono problemi. Anche se sembra controintuitivo, prendersi delle pause aiuta ad imparare meglio, e può essere applicato sia in ambito lavorativo che in contesti universitari. Al margine della ricerca gli esperti raccomandano un minimo di cinque minuti di pausa ogni 20 minuti di attività cognitive intense.

Fonte:

https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/20590776.2023.2225700?journalCode=rdvp20