La neurobiologia delle piante: un mondo di scoperte

La neurobiologia delle piante è un campo scientifico in rapida crescita che studia come le piante percepiscano l’ambiente e si adattino. Esploriamo la loro attività notturna, il monitoraggio dallo spazio e la ricerca sulla coscienza delle piante.

i girasoli si orientano verso il sole che sorge

I girasoli si muovono durante il giorno in modo da poter seguire il sole da est a ovest. (Jason Shronce / Shutterstock.com)

La neurobiologia delle piante è un campo scientifico in rapida crescita che si occupa di studiare come le piante possano percepire l’ambiente circostante e adattare la loro morfologia e fisiologia di conseguenza. Nonostante alcune critiche che sostengono che la crescita delle piante non possa essere paragonata alla cognizione o alla coscienza, è interessante considerare l’incoscienza. Le piante non dormono come gli esseri umani, ma come noi, sono meno attive durante la notte. Hanno i loro ritmi circadiani, orologi interni che utilizzano segnali ambientali e chimici per distinguere tra giorno e notte, e come alcuni animali, possono svegliarsi con il sorgere del sole. Le piante che si svegliano sono state addirittura osservate dallo spazio grazie all’ECOSTRESS (Ecosystem Spaceborne Thermal Radiometer on Space Station) della NASA, uno strumento installato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’ECOSTRESS monitora la salute della vegetazione terrestre misurando la sua temperatura e tenendo traccia di processi come l’evapotraspirazione, in cui le piante “sudano” l’acqua in eccesso per raffreddarsi. Nel 2019, le immagini catturate dallo spazio hanno mostrato come le piante vicino al Lago Superiore negli Stati Uniti mostrassero un aumento di attività durante le prime ore del mattino, quando si svegliavano. Gli scienziati a bordo dell’ISS hanno scoperto che le piante più vicine all’acqua erano le prime ad alzarsi, mostrando segni di attività prima delle piante più distanti. Questo solleva la domanda: se le piante possono svegliarsi, possono anche addormentarsi? Questo è qualcosa che il botanico Stefano Mancuso ha esaminato presso il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia delle Piante. La sua ricerca è stata alimentata da un’osservazione curiosa: una radice che cresceva intorno a un ostacolo. Mancuso ha scoperto che la pianta non aveva bisogno di toccare l’ostacolo per iniziare a modificare la sua direzione di crescita, ma come faceva a saperlo? Il movimento delle piante può sembrare strano, ma è più comune di quanto si pensi e avviene a una velocità che rende difficile da notare (a meno che non si osservino piante sensibili o trappole per insetti come la Venere). Il documentario “Green Planet” di David Attenborough ha mostrato come le piante lottino per la luce solare, utilizzando tattiche che gli umani potrebbero considerare “sporche” per eliminare la concorrenza. Queste osservazioni hanno spinto Mancuso a porre domande sulla possibilità di una coscienza delle piante, ma ammette che è difficile provare o confutare questa teoria senza una chiara definizione di coscienza. Mancuso ha iniziato a studiare se le piante fossero sensibili agli anestetici e ha scoperto che tutte le piante possono essere anestetizzate utilizzando gli stessi anestetici che funzionano sugli esseri umani. Questo è un risultato affascinante che suggerisce che la coscienza potrebbe essere legata all’intero corpo, non solo al cervello. Per quanto riguarda l’addormentamento delle piante, il team di Mancuso spera di raggiungere questo obiettivo entro la fine del 2023. Chissà, potrebbe essere il soggetto di un futuro film Pixar intitolato “Very Sleepy Corpse Flower”?

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