I Neanderthal si sono separati dagli esseri umani moderni solo 408.000 anni fa, lo dice un nuovo studio

Recenti prove dimostrano che l’Homo sapiens e l’uomo di Neanderthal sono più strettamente imparentati di quanto pensassimo. Difatti, un nuovo studio indica che la nostra specie potrebbe essersi separata dai Neanderthal solo 408.000 anni fa, che quindi è “sostanzialmente più in avanti” rispetto alle stime precedenti.

I Neanderthal sono una specie estinta di ominidi vissuti in Eurasia fino a circa 40.000 anni fa. I loro resti fossili rivelano alcune importanti differenze fisiche con l’Homo sapiens, come ad esempio una struttura più corta e più larga, un bacino più ampio e ossa più pesanti.

Tuttavia, le ultime prove che crescono sempre più, stanno dimostrando che non siamo poi così diversi dai nostri cugini ominidi. I Neanderthal erano artistici, adattabili e molto intelligenti. Sembra che abbiano prestato molta attenzione nel seppellire i loro parenti morti, il che implica che possedevano sensibilità emotiva e forse avevano anche un senso della propria mortalità.

Gli statistici dell’Università di Tel-Aviv hanno recentemente utilizzato un software per computer chiamato BEAST2 per studiare il genoma di entrambe le specie e calcolare il TMRCA (Time to Most Recent Common Ancestor). Le loro scoperte indicano che la divisione tra gli esseri umani moderni e i Neanderthal si è verificata solo 408.000 anni fa, e questo risulta sorprendentemente tardivo.

Quest’ultima stima dell’Università di Tel-Aviv è molto matematica e non ha coinvolto in maniera diretta archeologi o paleoantropologi. Tuttavia, è ampiamente in linea con altri studi recenti che hanno suggerito che la divergenza si è verificata molto più tardi di quanto precedentemente ipotizzato.

I geni dei Neanderthal sono particolarmente diffusi nelle persone di origine europea che ereditano circa il 2% dei loro genomi dagli antenati dei Neanderthal. Questi geni influenzano ancora oggi le popolazioni umane, come le dimensioni del naso delle persone e la loro vulnerabilità alle infezioni virali.