HD 110067, il sistema con pianeti in risonanza orbitale potrebbe ospitare forme di vita

Qualche tempo fa, il sistema stellare HD 110067 ha attirato l’attenzione degli astronomi per la presenza di esopianeti in perfetta risonanza orbitale. Ora, un nuovo studio sostiene che proprio questo equilibrio può fornire condizioni vivibili. Situata a circa 100 anni luce dalla Terra, la stella HD 110067 è una nana arancione, cioè un po’ più fredda del nostro Sole e con l’80% della massa solare. Ci sono sei pianeti nella sua orbita, tutti in una risonanza rara e perfetta che fornisce stabilità immutata dalla formazione del sistema. Gli scienziati dell’Istituto SETI, dedito alla ricerca di vita aliena tecnologicamente sviluppata, ritengono che questa stabilità potrebbe fornire condizioni favorevoli per l’ emergere della vita.

Pianeti abitabili?

Per essere abitabile, almeno per la vita come la conosciamo noi, un pianeta deve avere acqua liquida. Ciò si verifica solo sui mondi a una distanza specifica dalla loro stella; quindi, questo pianeta non dovrebbe essere né troppo vicino né troppo lontano. Questo intervallo orbitale in un sistema in cui può esistere acqua liquida è chiamato zona abitabile. Nel nostro Sistema Solare, la zona abitabile copre le orbite di Venere, Terra e Marte. Secondo la NASA, nessuno dei pianeti di HD 110067 si trova in questa particolare area nel sistema. Tuttavia, gli autori del nuovo studio sostengono che il gran numero di mondi presenti nel sistema stellare potrebbe essere davvero interessante nella ricerca di forme di vita tecnologicamente avanzate. Può darsi che questa stella ospiti più pianeti dei sei già identificati, ma tutti quelli che sono stati scoperti sono giganti gassosi da due a tre volte più grandi della Terra. Le loro orbite variano tra 9 e 54 giorni, trovandosi in una posizione più prossima alla stella di quanto Venere lo sia al Sole. Secondo lo studio, se esiste qualche civiltà su qualsiasi pianeta non rilevato nella zona abitabile della stella, la tecnologia aliena potrebbe essersi diffusa in alcuni di questi pianeti osservati proprio come noi terrestri abbiamo inviato veicoli spaziali su altri mondi del Sistema Solare.