Nematodi di Chernobyl: Resilienza Genetica alle Radiazioni

I nematodi di Chernobyl mostrano un DNA invariato nonostante l’esposizione a radiazioni dannose, sollevando importanti implicazioni per la ricerca sul cancro.

Nematodi di Chernobyl
Nematodi di Chernobyl, non curanti della radiazione. (Sophia Tintori)

I nematodi che popolano la Zona di Esclusione di Chernobyl (CEZ) sembrano ignorare completamente i livelli di radiazioni presenti attorno alla centrale nucleare in rovina, come dimostra una recente ricerca. Gli scienziati hanno esaminato i genomi di questi vermi microscopici e hanno scoperto che il loro DNA rimane pressoché invariato nonostante siano stati esposti a livelli di radiazioni ionizzanti considerati dannosi per gli esseri umani.

Il disastro del 1986 alla Centrale Nucleare di Chornobyl ha trasformato l’area circostante nel paesaggio più radioattivo del pianeta, come riportano gli autori dello studio. Quasi 40 anni dopo, una zona di 30 chilometri attorno al sito rimane deserta a causa delle persistenti radiazioni, sebbene non sia ancora chiaro l’impatto su fauna locale.

Sophia Tintori, autrice dello studio, si chiede se l’ambiente radicalmente cambiato abbia favorito la selezione di specie o individui naturalmente più resistenti alla radiazione ionizzante. Per rispondere a questa domanda, Tintori e il suo team hanno raccolto 15 nematodi da diverse aree della CEZ e hanno confrontato i loro genomi con quelli di altri cinque vermi della stessa specie provenienti da diverse parti del mondo.

Le radiazioni ionizzanti possono causare danni al DNA, ma i vermi di Chernobyl non presentavano differenze cromosomiche rispetto ai loro simili internazionali provenienti da Germania, Stati Uniti, Australia, Mauritius e Filippine. Questo suggerisce che i nematodi della CEZ non hanno subito danni genetici a causa delle radiazioni.

Per capire se i nematodi di Chernobyl possiedano meccanismi speciali di riparazione del DNA, i ricercatori li hanno esposti a diversi agenti mutageni e hanno studiato come queste mutazioni venivano trasmesse alle generazioni successive. I risultati hanno mostrato che i diversi ceppi di nematodi avevano livelli variabili di tolleranza ai mutageni, ma non c’era una correlazione diretta con l’esposizione alle radiazioni.

Le scoperte indicano che i nematodi di Chernobyl non sono geneticamente più resilienti rispetto ai loro simili provenienti da altre regioni, suggerendo che la radiazione nella CEZ non abbia favorito la selezione di ceppi con maggiore resistenza genetica. Sembra che i nematodi semplicemente non siano influenzati dalla radiazione ionizzante.

Questi risultati, se da un lato sono positivi per i vermi microscopici, hanno anche importanti implicazioni per gli esseri umani. Possono aiutare gli scienziati a comprendere meglio perché alcune persone sono più suscettibili ai danni al DNA di altre, aprendo nuove prospettive nello studio del cancro e di altre patologie.

Tintori sottolinea che ora, conoscendo i ceppi di nematodi più sensibili o tolleranti ai danni al DNA, è possibile utilizzarli per approfondire la comprensione delle diversità individuali nella suscettibilità ai cancerogeni. Lo studio è stato pubblicato nelle Proceedings of the National Academy of Sciences.

Links: