Il mistero di Nut e la Via Lattea nell’antico Egitto

Un’analisi astrofisica rivela il legame tra Nut, la Via Lattea e la migrazione degli uccelli nell’antico Egitto.

Dea egizia del cielo Nut Via Lattea
La dea del cielo Nut è raffigurata come una donna stellata. (E. A. Wallis Budge, Gli dei degli egizi, Vol. 2 (Methuen & Co., 1904).)

Gli antichi Egizi sono noti per la loro venerazione dei corpi celesti, ma il ruolo della Via Lattea nella loro cosmologia è ancora poco compreso dagli egittologi. Secondo una nuova analisi condotta dall’astrofisico Dr. Or Graur dell’Università di Portsmouth, la fascia di stelle che attraversa il cielo potrebbe aver avuto diverse funzioni mitologiche.

La Via Lattea potrebbe essere stata vista come un percorso verso l’aldilà e anche come guida per gli uccelli durante la loro rotta migratoria annuale. Secondo il Libro di Nut, la dea del cielo Nut, spesso rappresentata come una donna stellata che si protende sopra la Terra per proteggerla dalle acque minacciose dell’abisso, aveva il compito di far nascere il Sole ogni mattina e di inghiottirlo alla sera.

Nut è costantemente orientata con il suo retro a est e la testa a ovest, ma la posizione della Via Lattea nel cielo cambia nel corso dell’anno, correndo da est a ovest nei mesi estivi e da nord a sud in inverno. Questa discrepanza ha sollevato dubbi sull’associazione tra Nut e la galassia.

Tuttavia, Graur ha identificato diverse rappresentazioni di Nut con le braccia distese a 45 gradi rispetto al corpo, suggerendo che potrebbe essere stata l’incarnazione della Via Lattea. Ad esempio, in inverno la Via Lattea delinea le braccia di Nut, mentre durante i mesi estivi disegna il suo torso o la spina dorsale.

Per confermare l’associazione di Nut con la Via Lattea, Graur ha cercato somiglianze tra il suo ruolo nella mitologia egizia e altre rappresentazioni degli dei stellari in culture di tutto il mondo. Ad esempio, Nut è descritta come una scala attraverso la quale le anime dei morti possono ascendere all’aldilà, simile al ruolo della Via Lattea nella mitologia degli Indiani d’America.

La Via Lattea è vista come una strada lungo la quale gli spiriti dei morti viaggiano verso l’aldilà in molte culture indigene. I Lakota la chiamano Waná i Thachá ku, la Strada degli Spiriti, che seguono verso il paradiso quando muoiono. I Maya Yucatechi immaginano la fascia scura della Grande Spaccatura della Via Lattea come un’autostrada che porta dritto all’aldilà.

Un passaggio dal Libro di Nut descrive come gli uccelli appaiono dall’estremità settentrionale della dea ogni inverno mentre migrano verso sud dall’Europa all’Africa. Questo collegamento tra Nut e la migrazione degli uccelli diventa più chiaro quando si considerano le associazioni tra la fascia di stelle e la migrazione degli uccelli in altre culture indigene.

Il nome dato alla Galassia da Finlandia, Estonia e diversi stati baltici è “Strada degli Uccelli” (ad esempio, Linnunrata in finlandese o Pauk i Takas in lituano), evidenziando il legame tra la Via Lattea e la migrazione degli uccelli.

Le scoperte di Graur gettano luce sul mistero di Nut e sul suo rapporto con la Via Lattea, suggerendo che diverse parti del suo corpo possono rappresentare le stelle in diversi momenti dell’anno. Questo studio contribuisce a comprendere meglio il ruolo di Nut nel passaggio dei defunti all’aldilà e la sua connessione con la migrazione annuale degli uccelli, in linea con le concezioni di altre culture sulla Via Lattea.

Lo studio è stato pubblicato nel Journal of Astronomical History and Heritage.

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