La Fioritura Straordinaria della Torre di Zaffiro a Birmingham

Grande pianta verde spinosa con incredibili fiori blu con centri arancioni luminosi.
Non è difficile capire come la torre di zaffiro abbia preso il suo nome. (HannaTor/Shutterstock.com)

Nella natura, talvolta, si verificano eventi che richiedono pazienza e attesa. Mentre negli Stati Uniti si avvicina la tanto discussa “cicadapocalisse”, dall’altra parte dell’oceano, a Birmingham, nel Regno Unito, i botanici sono entusiasti di annunciare la fioritura della loro torre di zaffiro.

La torre di zaffiro, nota scientificamente come Puya alpestri, è una pianta originaria delle Ande cilene che impiega fino a dieci anni per sbocciare. Appartenente alla famiglia delle bromeliacee, è lontanamente imparentata con l’ananas. Solitamente si trova ad altitudini elevate, fino a 2.200 metri sulle montagne, e dipende dai colibrì per l’impollinazione dei suoi fiori.

Tuttavia, presso la Serra Arida dei Giardini Botanici di Birmingham, i botanici stanno ricreando manualmente l’azione degli uccelli impollinatori utilizzando dei pennelli. I fiori della torre di zaffiro sono di un bellissimo colore turchese metallico, con stami arancioni vivaci che spiccano tra le foglie scure e le spine della pianta.

Ogni fiore ha una breve durata, resistendo solo per alcuni giorni, offrendo così una finestra temporale limitata per intervenire manualmente nell’impollinazione. “In mancanza dei suoi impollinatori naturali, stiamo provando con l’impollinazione manuale”, ha spiegato Alberto Trinco, Giardiniere Senior della Serra.

La torre di zaffiro è presente nella collezione da ben 20 anni e si prevede che fiorirà entro i prossimi 10 giorni o due settimane, offrendo una rara opportunità di ammirare questo spettacolo unico. “La sua crescita lenta rende l’esperienza della fioritura sia emozionante che rara”, ha commentato Alberto.

Purtroppo, la torre di zaffiro è una pianta monocarpica, il che significa che dopo la fioritura la pianta morirà. Tuttavia, il team ha già pianificato il futuro della specie. “Speriamo che riuscendo a ottenere semi dall’impollinazione con il pennello, possiamo garantire la preservazione di questa incredibile pianta nella nostra collezione per le generazioni future”, ha concluso Alberto.

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