Regno Unito: scoperto un antico inchiostro più costoso dell’oro

Il pigmento viola è stato rinvenuto negli scarichi di una piscina situata all’interno di un edificio monumentale, costruito nel III secolo d.C.

La società ambientale Wardell Armstrong ha annunciato questo venerdì della scoperta di uno strano pezzo di roccia che conteneva una sostanza viola, un pezzo trovato durante i lavori di scavo avvenuti l’anno scorso sul terreno di un club di cricket situato nella città di Carlisle, in Inghilterra. La pietra con il pigmento viola è stata ritrovata tra gli scarichi di uno stabilimento balneare romano, noto come “thermas“. Secondo Wardell Armstrong, il luogo faceva parte di un edificio monumentale che fu costruito nel 3° secolo dopo Cristo (d.C.), al tempo dell’imperatore Settimio Severo. L’antico colorante è stato inizialmente analizzato dagli esperti della British Geological Society. Nei test successivi, effettuati da scienziati dell’Università di Newcastle, è stato stabilito che il pigmento era di origine organica e che conteneva bromo e cera d’api.

Più caro dell’oro


Dopo aver conosciuto gli ingredienti della sostanza, gli specialisti hanno assicurato che si tratta di “porpora di Tiro” , una tintura legata alla corte dell’Impero Romano. Il pigmento era ottenuto da migliaia di conchiglie frantumate provenienti dal Mediterraneo, in particolare dalle coste del Marocco e da altre parti del Nord Africa. Si ritiene che la porpora di Tiro fosse più costosa dell’oro, a causa del suo difficile processo di lavorazione. Il direttore tecnico di Wardell Armstrong, Frank Giecco, ha spiegato che “il viola Tyro era il colore più costoso e ricercato al mondo“. Allo stesso modo, ha affermato che il ritrovamento del colorante, insieme ad altre prove ottenute nello scavo, rafforza “l’ipotesi” che l’edificio monumentale in cui è stato ritrovato “fosse associato in qualche modo alla corte imperiale di Settimio Severo, che si trovava nella [città inglese di] York”. Giecco considerava invece la presenza del pigmento l'”unico esemplare” mai rinvenuto nel nord Europa e probabilmente “l’unico esempio di campione solido, […] inutilizzato, in tutto l’Impero Romano”.