LLM e Fiori: Limitazioni nei Modelli di Linguaggio di Nuova Generazione

Uno studio rivela le sfide dei modelli di linguaggio nella comprensione sensoriale.

Un recente studio condotto presso la Ohio State University ha rivelato importanti limitazioni nei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), come ChatGPT, nel comprendere e descrivere i fiori. Questo compito, che gli esseri umani svolgono con naturalezza, risulta complesso per i modelli di intelligenza artificiale. I LLM sono stati addestrati su vasti insiemi di dati testuali e immagini, ma non hanno esperienze dirette legate a sensazioni come il tatto o l’olfatto. Qihui Xu, autore principale dello studio e ricercatore post-dottorato in psicologia, ha affermato che “un modello di linguaggio di grandi dimensioni non può annusare una rosa o toccare i petali di una margherita”. Senza queste esperienze sensoriali, i LLM non riescono a rappresentare un fiore nella sua complessità e ricchezza. Questo studio offre spunti significativi per comprendere le differenze tra intelligenza artificiale e percezione umana.

Analisi comparativa tra esseri umani e modelli di linguaggio

Xu e il suo team hanno condotto un’analisi comparativa delle conoscenze sui fiori tra esseri umani e modelli di linguaggio. Hanno utilizzato un database contenente 4.442 parole, tra cui termini come “fiore”, “zoccolo” e “umoristico”. Il confronto ha coinvolto esseri umani e due modelli di LLM sviluppati da OpenAI e Google. Per valutare le capacità di entrambi i gruppi, sono state impiegate due misure distinte. La prima, nota come Glasgow Norms, richiedeva ai partecipanti di esprimere valutazioni delle parole su nove dimensioni, tra cui eccitazione e concretezza. La seconda misura, denominata Lancaster Norms, si concentrava sull’analisi dei concetti delle parole e sulla loro connessione con le informazioni sensoriali. Questo approccio ha permesso di esaminare come esseri umani e LLM percepiscono e descrivono i fiori.

Obiettivi della ricerca e risultati ottenuti

L’obiettivo principale della ricerca era esaminare le relazioni tra i LLM e gli esseri umani attraverso l’uso delle parole. Nella prima fase dell’analisi, i ricercatori hanno osservato come i concetti venissero correlati da entrambi i gruppi. Ad esempio, esseri umani e intelligenza artificiale concordano nel ritenere che alcuni concetti suscitino un’eccitazione emotiva maggiore rispetto ad altri. Nella seconda fase, l’attenzione si è spostata sulla capacità di stabilire connessioni tra le parole. Un esempio emblematico è rappresentato dalla relazione tra “pasta” e “rose”, entrambe caratterizzate da un profumo intenso. Sebbene entrambe possano essere valutate come fortemente coinvolgenti per il nostro senso dell’olfatto, la percezione umana tende a considerare la pasta più simile a un noodle che a una rosa. Questo perché non ci limitiamo a confrontare gli oggetti in base a un solo senso, ma consideriamo anche l’aspetto visivo e il sapore.

Limitazioni dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni

I risultati hanno mostrato che i LLM presentano una buona correlazione con i concetti umani, ma emergono differenze significative quando si tratta di descrivere elementi legati a esperienze sensoriali. In particolare, l’intelligenza artificiale ha mostrato lacune nel catturare le sfumature dell’esperienza umana. I ricercatori hanno affermato che “la rappresentazione umana del ‘fiore’ integra esperienze e interazioni diverse in una categoria coerente”. Nonostante i LLM elaborino enormi quantità di testo, non riescono a catturare alcuni concetti con la stessa profondità degli esseri umani. Questo studio evidenzia l’importanza delle esperienze sensoriali nella comprensione e descrizione del mondo.

Prospettive future per i modelli di linguaggio

Nonostante le limitazioni attuali, Xu ha sottolineato che i LLM sono in un costante processo di evoluzione e miglioramento. In futuro, si prevede che l’integrazione di dati sensoriali e tecnologie robotiche migliorerà notevolmente le capacità di ragionamento e interazione con il mondo fisico. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Human Behavior, contribuendo a una comprensione più profonda delle differenze tra intelligenza artificiale e esperienza umana. Questo progresso potrebbe portare a modelli di linguaggio più sofisticati e capaci di interagire in modo più efficace con gli esseri umani.