Il segreto nascosto nelle tue feci che potrebbe salvarti la vita

Un nuovo metodo promette di prevedere il rischio di morte imminente analizzando semplici campioni fecali: la salute passa davvero dall’intestino.

Un gruppo di scienziati ha sviluppato un metodo sorprendente per prevedere il rischio di morte imminente in pazienti gravi: analizzare le loro feci. Potrebbe sembrare bizzarro, ma ciò che si trova nell’intestino può raccontare molto più di quanto si immagini sullo stato di salute generale. I ricercatori hanno creato un indicatore basato su tredici molecole specifiche rilevabili nei campioni fecali. Questo punteggio, chiamato MDS, si è dimostrato capace di anticipare, con notevole accuratezza, la possibilità che un paziente in terapia intensiva non sopravviva entro un mese. In pratica, non si tratta solo di osservare la composizione del microbiota intestinale – cioè la varietà dei microrganismi presenti – ma di capire come funzionano a livello chimico. Alcune sostanze, come certi acidi grassi, composti derivati dalla bile o dal triptofano, sembrano giocare un ruolo chiave nel definire le condizioni metaboliche dell’organismo sotto forte stress.

A colpire è il fatto che la diversità dei batteri presenti non è risultata di per sé un fattore predittivo. Piuttosto, è stato l’equilibrio o squilibrio delle attività metaboliche a rivelarsi determinante. In altre parole, non è tanto chi abita l’intestino, ma come vive e interagisce con l’ambiente del corpo. Questa scoperta apre una strada completamente nuova. Se alcuni di questi metaboliti sono alterati, potrebbero forse essere corretti attraverso interventi mirati: una dieta diversa, l’uso di probiotici specifici o addirittura l’integrazione diretta di quei composti che mancano. Ci sono ancora molte domande aperte. Sarà necessario confermare questi risultati su altri gruppi di pazienti e capire se intervenire sul microbiota e i suoi prodotti possa davvero cambiare il destino clinico di una persona. Ma il potenziale è enorme: ciò che finora veniva considerato un semplice scarto corporeo potrebbe trasformarsi in uno strumento di diagnosi precoce, persino di salvezza. La ricerca originale è stata pubblicata su Science Alert.