La recente vittoria di Nawrocki, che ha ottenuto il 50,89% dei voti contro il sindaco di Varsavia, Trzaskowski, segna un cambiamento significativo nel panorama politico polacco. Questo risultato evidenzia la crescente polarizzazione politica in Polonia e l’emergere di una destra populista di ispirazione trumpista nell’Europa centrale e orientale. Con l’inizio del conflitto in Ucraina, si è aperto un dibattito sul possibile spostamento del baricentro geopolitico europeo verso est. Le elezioni polacche sembrano confermare che il panorama politico si sta orientando sempre più a destra, con un’attenzione particolare alle questioni di sovranità e identità nazionale.
Un’analisi della vittoria di Nawrocki
Negli ultimi anni, la Polonia ha assistito a un’erosione del tradizionale duopolio politico rappresentato dai due principali partiti: Piattaforma Civica (PO) e Diritto e Giustizia (PiS). I leader di questi partiti, Donald Tusk e Jarosław Kaczyński, hanno dominato la scena politica polacca per oltre due decenni. Kaczyński ha dimostrato una notevole abilità nel lanciare un candidato relativamente sconosciuto, Nawrocki, che appartiene a una generazione diversa e priva di responsabilità diretta all’interno del partito. Nawrocki, storico di formazione e attuale direttore dell’Istituto polacco della Memoria Nazionale, ha avuto un ruolo significativo nella definizione della politica della memoria del PiS. La sua vittoria nel secondo turno è stata sorprendente, considerando il suo passato controverso come hooligan, ma ha saputo attrarre l’elettorato di destra, dimostrando una capacità di mobilitazione senza precedenti.
Nel primo turno, Nawrocki ha ottenuto il 29,5% dei voti, mentre Trzaskowski ha raggiunto il 31,36%. Tuttavia, i candidati di estrema destra, Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun, hanno totalizzato insieme il 21% dei voti, attirando un elettorato giovane, in particolare il 60% dei votanti tra i 18 e i 29 anni, che ha poi trasferito il proprio sostegno a Nawrocki nel secondo turno. Questo fenomeno evidenzia un cambiamento nelle preferenze politiche dei giovani polacchi, sempre più attratti da posizioni radicali e nazionaliste.
Le sfide per il governo di Tusk
La Polonia si presenta come un paese diviso in due: da un lato, le grandi città, caratterizzate da redditi più elevati e livelli di istruzione superiori; dall’altro, le piccole città rurali, più conservatrici su questioni sociali e fortemente legate alla Chiesa cattolica. Temi come la nazionalità, la famiglia e i valori tradizionali continuano a risuonare profondamente con un elettorato che ha sostenuto il PiS per oltre vent’anni. La mappa elettorale evidenzia un chiaro divario tra nord-ovest e sud-est, simile a quelle delle precedenti elezioni presidenziali e che richiama persino la storia della partizione della Polonia nel XVIII secolo. Il sostegno al PiS è particolarmente forte nelle regioni che furono sotto il dominio russo fino al 1918, dove un cattolicesimo tradizionale e un forte senso di identità nazionale giocano un ruolo cruciale.
L’analisi economica del voto risulta poco convincente. Negli ultimi 25 anni, la Polonia ha vissuto una trasformazione straordinaria, con una crescita economica costante che ha visto il PIL pro capite aumentare dal 25% all’80% della media dell’Unione Europea. Tuttavia, questa crescita è stata distribuita in modo disomogeneo e, sebbene lo stato sociale rimanga relativamente generoso, non è sufficiente a garantire il sostegno a un governo liberale e centrista. La performance del governo di Tusk, giunto al potere alla fine del 2023 con un’agenda riformista, ha mostrato limiti significativi, rendendo difficile per lui presentarsi come il candidato di un governo impopolare.
Le implicazioni internazionali della vittoria di Nawrocki
Donald Tusk gode di una popolarità maggiore in Europa che in Polonia, un fenomeno che ricorda la “sindrome Gorbaciov”. In Europa centrale, il Gruppo di Visegrad, composto da Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, è profondamente diviso a causa della guerra in Ucraina, ma potrebbe trovare un terreno comune attorno a una sovranità populista, guidata da Viktor Orbán, che è stato tra i primi a congratularsi con Nawrocki per la sua vittoria. Anche il vicino slovacco Robert Fico ha espresso il suo sostegno. La Repubblica Ceca potrebbe seguire questa tendenza se Andrej Babiš dovesse vincere le prossime elezioni parlamentari.
Dopo il ritorno di Tusk al potere, l’attenzione si è concentrata sul “ritorno” della Polonia al centro del processo europeo, soprattutto alla luce della guerra in Ucraina e del ruolo cruciale di Varsavia nel coordinare una risposta europea. Il Gruppo di Weimar, composto da Parigi, Berlino e Varsavia, è emerso come un attore chiave, grazie a tre fattori convergenti: la posizione ferma del presidente francese nei confronti della Russia, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha infranto alcuni tabù sulla difesa e sulla disciplina di bilancio, e Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, che ha riconquistato un ruolo centrale nell’UE.
Tuttavia, Nawrocki e il PiS stanno adottando un approccio diverso nei confronti dell’Unione Europea, posizionandosi come avversari euroscettici e difendendo la sovranità nazionale. Stanno alimentando sentimenti anti-tedeschi, chiedendo riparazioni 80 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e affermando la sovranità della Polonia di fronte a un’Europa percepita come dominata dalla Germania. Il Triangolo di Weimar, recentemente rafforzato da un trattato bilaterale tra Francia e Polonia firmato il 9 maggio 2025, potrebbe subire un indebolimento sul fronte polacco-tedesco.
Il futuro della Polonia e le sue relazioni internazionali
In qualità di storico e ex direttore del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Danzica, Nawrocki è in una posizione privilegiata per sfruttare il risentimento storico. Ha sviluppato una politica della memoria nazionalista, incentrata su un discorso di vittimismo, che ritrae la Polonia come un paese costantemente sotto attacco dai suoi storici nemici, Russia e Germania. Sebbene ci sia un ampio consenso in Polonia riguardo alla minaccia russa, le opinioni divergono sul desiderio del governo di separare i traumi del passato, in particolare quelli legati all’ultima guerra, dalle sfide attuali dell’integrazione europea. Le questioni di memoria giocano un ruolo cruciale anche nei rapporti con l’Ucraina, dove c’è un consenso unanime sulla necessità di fornire supporto militare, considerato inseparabile dalla sicurezza polacca.
In aggiunta alla politica della memoria, Nawrocki e il PiS hanno chiesto l’abolizione dell’assegno mensile di 800 zloty (circa 190 euro) destinato ai rifugiati ucraini. Prima del conflitto, la Polonia ospitava oltre un milione di lavoratori ucraini, e da allora sono arrivati più di due milioni di nuovi lavoratori, sebbene circa un milione di essi si sia trasferito in altri paesi, principalmente in Germania e Repubblica Ceca. Prima del secondo turno delle elezioni presidenziali, Nawrocki ha rapidamente firmato le otto richieste del candidato di estrema destra Sławomir Mentzen, che includevano l’opposizione all’adesione futura dell’Ucraina alla NATO, evidenziando la crescente polarizzazione del dibattito politico in Polonia.
Un’analisi del fenomeno Trumpista in Europa
Alcuni temi emersi nelle elezioni polacche si allineano con una tendenza più ampia che si sta diffondendo in tutta l’Europa centrale e orientale. Questo è stato evidente anche nelle recenti elezioni presidenziali romene, dove il candidato nazionalista di estrema destra, George Simion, ha visitato Varsavia per sostenere Nawrocki, mentre il centrista pro-europeo Nicușor Dan ha espresso il suo appoggio a Trzaskowski. Il successo di Nawrocki rafforza un movimento “trumpista” emergente nell’Europa orientale, con Viktor Orbán a Budapest che si considera il suo leader auto-proclamato. Orbán ha coniato lo slogan “Là (negli Stati Uniti) è MAGA; qui sarà MEGA: Rendi l’Europa grande di nuovo”, cercando di unificare le forze nazionaliste all’interno del Parlamento europeo.
Le reti conservatrici americane, attraverso la Conservative Political Action Conference (CPAC), un raduno di figure internazionali di estrema destra, e l’amministrazione Trump, sono direttamente coinvolte in questo processo. Poco prima delle elezioni presidenziali, Nawrocki si è recato a Washington per organizzare un incontro fotografico con Trump nello Studio Ovale. Particolarmente significativo è stato il fatto che, due giorni prima delle elezioni, Kristi Noem, il Segretario alla Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, è stata inviata in missione in Polonia, collegando esplicitamente un voto per Nawrocki a garanzie di sicurezza statunitensi per la Polonia.
In conclusione, la vittoria di Nawrocki rappresenta un punto di svolta per la Polonia e per l’Europa centrale e orientale. Le sue politiche e la sua retorica potrebbero avere ripercussioni significative non solo a livello nazionale, ma anche sul piano internazionale, influenzando le relazioni con l’Unione Europea e con i paesi vicini. La crescente polarizzazione politica e l’emergere di movimenti populisti richiedono un’attenzione particolare da parte degli osservatori internazionali, poiché il futuro della Polonia e della sua posizione in Europa rimane incerto.