Osservata dalla Terra la luce di getto di materia prodotto da una collisione cosmica

Una rete di 33 radiotelescopi ha catturato in alta qualità le immagini del getto di materia prodotto da una collisione cosmica tra stelle.

Le conseguenze di una collisione cosmica catturate da una rete di 33 radiotelescopi. Il risultato di tale osservazione è stato pubblicato sulla rivista Science e fa riferimento alle conseguenze della collisione, avvenuta nel 2017, tra due stelle di neutroni che ha prodotto non soltanto raggi gamma e onde gravitazionali ma anche, secondo quanto scoperto dal team dell’Osservatorio di Brera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica con il coordinamento di Giancarlo Ghirlanda, anche di un getto di materia, la cui luce ha viaggiato per ben 130 milioni di anni luce raggiungendo la Terra. Alla ricerca hanno collaborato numerosi ricercatori di altre sezioni dell’Inaf ma anche di diverse altre università: tutto è iniziato il 17 agosto 2017, giorno della scoperta della collisione a partire dal quale è iniziato il monitoraggio della sorgente GW170817: dopo le onde gravitazionali è stato infatti osservato un rapido lampo di raggi gamma seguito da un’enorme esplosione protrattasi per una decina di giorni nel corso dei quali il materiale delle due stelle è stato proiettato nello spazio interstellare.

L’ulteriore e terza scoperta, alla quale non è stato possibile dare un’identità nell’immediato è una particolare emissione luminosa che è stata rilevata in tutte le frequenze dello spettro elettromagnetico, dall’ottico, ai raggi X, alle onde radio. Il massimo splendore è stato raggiunto all’inizio del 2018, 200 giorni dopo la collisione cosmica e ha poi iniziato lentamente a spegnersi. 33 osservatori distribuiti in varie zone del pianeta, Italia compresa, hanno monitorato l’emissione al massimo della luminosità fotografando il fenomeno con la massima risoluzione e potendolo così ammirare anche nei suoi minimi dettagli. E’ stato così identificato il getto, un’emissione compatta inclinata di 20 gradi circa e che non punta direttamente verso il nostro pianeta. Grazie a questa scoperta gli esperti hanno ora un quadro ancora più chiaro di quanto accaduto nella periferia della galassia NGC 4993, nella costellazione dell’Idra, nel 2017, in seguito allo scontro di due stelle di neutroni che hanno generato un buco nero la cui massa è stata calcolata nel doppio di quella del Sole.