Gas radon: nuovo allarme degli esperti. ‘Rischio invisibile’

Il gas radon è il secondo fattore a provocare il cancro ai polmoni dopo il fumo.

Dopo le eruzioni e i terremoti, un terzo pericolo mette a rischio la salute degli italiani. Si tratta del gas radon a cui sono esposti milioni di abitanti, soprattutto nel Lazio, nella Campania e nella zona dell’Etna. A rendere noto un nuovo rapporto dai toni fortemente allarmanti per il nostro paese è la rivista scientifica Frontiers in Public Health. Ma da dove proviene questo gas? Secondo le ricerche sono le fratture del suolo a renderne possibile la propagazione in superficie. Anche le fratture, prodotte dai terremoti, sono in grado di produrre significative emissioni di gas radon. Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità il radon rappresenta il secondo tra i maggiori fattori all’origine della neoplasie polmonari, dopo il fumo.

La diffusione del radon non avviene esclusivamente per l’attività vulcanica, ma in generale per il decadimento dell’uranio presente nelle rocce e spesso negli stessi materiali da costruzione. La diffusione del gas è, inoltre, collegata alla presenza di determinate formazioni geologiche come i graniti, il porfido, la fillade quarzifera e i tufi. Si tratta delle sostanze che contengono una concentrazione maggiore di uranio o radio. Una delle aree a maggiore rischio è l’Etna sui cui crinali affiorano tante faglie che favoriscono la propagazione. Nel nostro paese ad essere particolarmente a rischio sono le aree della pianura campana, dove i tufi prodotti dalle eruzioni dei Campi Flegrei ricoprono buona parte del sottosuolo e spesso sono stati usati come materiale da costruzione. Stesso discorso per l’area del Lazio.