Siberia: la ‘Porta dell’Inferno’ cresce di 30 metri l’anno

L’aumento delle temperature contribuisce ad aumentare le dimensioni del Cratere di Batagaika.

Noto come la ”Porta dell’Inferno” il Cratere di Batagaika, in Siberia, rappresenta una delle tante conseguenze del riscaldamento globale e dello scioglimento del permafrost, il ghiaccio siberiano(termocarsismo). Negli ultimi anni la formazione è cresciuta notevolmente preoccupando gli esperti. A spiegare l’aumento delle dimensioni della cosiddetta ”Porta dell’Inferno” è Vladimir Syvorotkin, in un’intervista al giornale Vechernyaya Moskva. ‘‘La crescita della formazione è costante e “allarmante”; fino a 30 metri all’anno”. La struttura, lunga circa un chilometro, larga 800 metri e profonda fino a 100 metri è il prodotto dello scioglimento del permafrost sotterraneo siberiano, un fenomeno che fa ”crollare” il terreno. Le temperature, che nei mesi estivi superano i 30 gradi, e la deforestazione accelerano il processo di crescita della voragine, chiamata impropriamente ”cratere”.

Siberia: la ‘Porta dell’Inferno’ cresce di 30 metri l’anno


Intanto l’area risulta sempre più destabilizzata con continue frane. L’origine geologica del cratere di Batagaika risale agli anni ’60, quando parte di una foresta fu abbattuta, lasciando esposto al sole il permafrost. Il surriscaldamento del suolo provocò una frana con movimenti del terreno che continuano ancora oggi e rumori che hanno spinto gli abitanti del posto a chiamare la voragine ”La Porta dell’Inferno”. Ora l’evoluzione è accelerata dall’innalzamento delle temperature che hanno aumentato lo scioglimento del permafrost e causato nuovi cedimenti. “Se le pareti non verranno messe in sicurezza – spiega l’esperto – le frane continueranno, come la crescita del ”Cratere’‘. Anche in una ricerca dal titolo ‘‘Batagaika Crater Expands”, realizzata dal NASA Earth Observatory, il 27 aprile 2017, si sottolineava la crescita continua delle dimensioni del cratere. In uno studio dell’Università di Southampton, l’esperta Mary Edwards, ha spiegato come “ogni anno, non appena le temperature supereranno lo zero, le dimensioni della formazione ricominceranno a crescere. Una volta attivato un processo di questo tipo – conclude – è molto difficile fermarlo.”