Coronavirus, perchè l’indice di contagio RT dell’ISS è diverso da quello dell’Infn

A cosa è dovuta la differenza tra l’indice RT dell’Iss e quello dell’Infn che risulta ampiamente superiore al primo? Il motivo

Qual è il metodo per calcolare il cosidetto indice di contagiosità Rt, ovvero quel valore che indica il numero di persone che possono essere contagiate con il Coronavirus da chi è positivo? Da mesi sentiamo parlare di questo valore, indicato periodicamente dall’Istituto Superiore di Sanità e del fatto che sarebbe bene che rimanesse al di sotto di 1. Ma c’è un dettaglio: l’indice Rt calcolato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è differente da quello dell’ISS. Se infatti in questi giorni il primo è pari a 1,18, quello prodotto dai calcoli dell’Infn è quasi 3.

A cosa è dovuta la differenza nei risultati? Lo spiega il fisico Francesco Lucchetta: “Entrambi i calcoli sono validi e la differenza nei risultati si deve al fatto che gli algoritmi utilizzati sono diversi”. Il dato proposto dall’Iss “ci dice quanto variano gli individui con i sintomi e indica che non stanno variando in modo importante, probabilmente perché il contagio si sta spostando verso fasce di età più basse. E’ un dato molto pulito, probabilmente il più pulito possibile, ma riguarda soltanto i sintomatici”. Al contrario il dato dell’Infn comprende anche asintomatici e guariti e dunque “ci dice che sta aumentando il numero totale dei casi, ma è un dato meno pulito”. Insomma entrambi gli indici RT sono corretti e non vi è una formula più giusta dell’altra, ma evidenziano diversi aspetti.