Spazio: gigantesche formazioni oscurano l’ipergigante rossa VY Canis Majoris

Grazie al telescopio spaziale Hubble gli esperti hanno individuato l’origine dell’oscuramento della stella ipergigante rossa VY Canis Majoris.

Collocata a 3.840 anni luce di distanza nella costellazione del Cane Maggiore, VY Canis Majoris è circa 1.420 volte più grande, 35 volte più massiccia e 300.000 volte più luminosa del Sole. Se sostituisse la nostra stella, nel Sistema Solare, VY Canis Majoris occuperebbe uno spazio pari a centinaia di milioni di chilometri superando l’orbite di Giove. Al pari di Betelgeuse, anche questa ipergigante rossa negli ultimi tempi è stata coinvolta da un notevole affievolimento della sua luminosità. “Si sta comportando in modo molto simile a Betelgeuse – ha dichiarato Roberta Humphreys, astrofisica del Minnesota Institute for Astrophysics dell’Università del Minnesota. “Per Betelgeuse, l’oscuramento ha rappresentato la conseguenza di un deflusso gassoso che ha formato la polvere il quale ne ha diminuito la luminosità. In VY Canis Majoris vediamo qualcosa di simile, ma su scala molto più ampia”. A differenza di Betelgeuse, VY Canis Majoris è ora troppo debole per essere vista ad occhio nudo, a causa dell’oscuramento attuale.

Nata come supergigante blu super calda e con una massa fino a 35-40 volte quella del nostro Sole, VY Canis Majoris si è ”gonfiata” fino a diventare una supergigante rossa. Secondo i ricercatori la stella potrebbe essere ritornata brevemente a uno stato più caldo e poi rigonfiarsi fino a raggiungere lo stadio supergigante rossa. Ma è la presenza di formazioni più recenti, prossime alla stella, a catturare l’attenzione degli esperti. Si tratta di grovigli di gas caldo per i quali gli scienziati hanno avanzato una possibile datazione. Alcuni di essi risalirebbero ad eruzioni avvenute tra il 19esimo e il 20esimo secolo, in un’epoca nella quale la luminosità di VY Canis Majoris è diminuita a un sesto di quella di oggi. I ”nodi” di gas contengono una massa pari al doppio di Giove. E all’origine della loro emissione ci sono le celle convettive non dissimili a quelle presenti nel nostro Sole, ma di dimensioni notevolmente più grandi. Le espulsioni di questo gigantesche quantità di gas suggeriscono come la stella si trovi in una particolare fase evolutiva, forse unica nella storia dell’osservazione spaziale.

Fonte:

https://iopscience.iop.org/article/10.3847/1538-3881/abd316