Da quando sono state scoperte, gli scienziati si sono chiesti l’origine delle emissioni di raggi X nelle aurore polari del gigante gassoso.
Da anni oggetto di studi da parte degli esperti di tutto il mondo, le aurore pulsanti di Giove hanno finalmente una spiegazione. Attraverso una ricerca condotta sulla base dei dati del telescopio spaziale ai raggi X, XMM-Newton, dell’Esa e della missione Juno della Nasa, gli esperti hanno analizzato ai raggi X le particelle cariche prodotte dal Sole e dai vulcani del satellite di Giove Io che entrano in contatto con il campo magnetico del gigante gassoso. Dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Science Advances da un team di esperti dell’Accademia cinese delle scienze e dell’University College di Londra, è emerso come le aurore si sviluppino indipendentemente tra i due poli, a differenza di come accade sulla Terra. Le simulazioni realizzate al computer hanno consentito agli esperti di comprendere come l’andamento pulsante ai raggi X delle aurore di Giove potrebbe essere collegato a campi magnetici chiusi, prodotti all’interno del pianeta per poi estendersi per milioni di chilometri nello spazio prima di tornare nuovamente verso il pianeta.
Era il del 2017 quando il telescopio XMM-Newton dell’Esa osservando Giove per 26 ore, rilevò, ai raggi X, le pulsazioni nelle aurore che avvengono ogni 27 minuti. Questo andamento pulsante, spiegano i ricercatori, è legato alle fluttuazioni del campo magnetico gioviano, e potrebbero verificarsi anche in altri pianeti del Sistema Solare esterno come Saturno, Urano, Nettuno. Queste vibrazioni creano onde di plasma (gas ionizzato) che inviano particelle di ioni pesanti mentre percorrono le linee del campo magnetico fino a quando non entrano in collisione con l’atmosfera del pianeta, dove rilasciano energia sotto forma di raggi X. Nuove informazioni sul fenomeno potrebbero giungere grazie a Juice (Jupiter icy moons explorer) dell’Esa, il cui lancio è previsto l’anno prossimo. L’obbiettivo della missione sarà lo studio dell’atmosfera gioviana, il suo potente campo magnetico e l’influenza che esercitano i quattro satelliti naturali sulle aurore.