All’interno dell’animale sono stati portati alla luce resti di ossa e di zoccoli di una renna adulta.
Una scoperta record quella avvenuta nello stato americano della Florida dove è stato trovato il più grande pitone birmano mai visto nella regione. Il serpente è stato attirato fuori dal suo nascondiglio nel Parco nazionale delle Everglades da un team di esperti, come riferito dalla Florida Fish and Wildlife Conservation Commission. Il rettile gigante si è rivelato essere una femmina lunga 5,4 metri e del peso di 97 chili, superando così di 13,6 chilogrammi il peso del pitone più grande trovato, in precedenza, nello stato americano. Secondo quanto riferito da Ian Bartoszek, biologo della fauna selvatica, i ricercatori hanno utilizzato come esca un altro pitone, un maschio di 3,7 metri con un localizzatore GPS integrato. La maggior parte dei pitoni birmani (Python bivittatus) trovati in Florida sono caratterizzati da una lunghezza compresa tra i 1,8 e i 3 metri, sebbene nel loro habitat naturale, ovvero il sud-est asiatico, possono raggiungere anche i 6 metri di lunghezza. La scoperta evidenzia la persistenza del problema del pitone dell’area, una specie invasiva e presente ormai dagli anni ’70, probabilmente a causa del commercio di animali esotici. Sebbene siano più grandi della maggior parte delle specie di serpenti originarie della Florida, i pitoni birmani sono estremamente difficili da individuare nelle vaste paludi, foreste e giungle subtropicali ed intorno alle Everglades. Si nutrono di molti uccelli e mammiferi autoctoni, nonché di alligatori relativamente grandi ed occasionalmente di cani domestici.
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Dopo l’eutanasia della femmina, un team di specialisti ha eseguito un’autopsia sul corpo scoprendo una quantità record di ovuli. Nel tubo digerente del serpente sono stati individuati, inoltre, ossa disciolte e un pezzo di zoccolo che indica che l’ultima preda del pitone era una renna adulta. “Questi pitoni hanno la capacità di cambiare completamente un ecosistema, e direi che probabilmente lo hanno già fatto”, ha affermato Kristen Hart, ecologista presso il Wetlands and Wetlands Research Center dell’US Geological Survey e un collaboratore del team di conservazione locale.
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