Ecco perché il nostro cervello è desideroso di cibi grassi e dolci

Alcuni stimoli come ascoltare musica piacevole o mangiare cibi grassi o dolci, generano piacere grazie ad un particolare fattore.

cibo grasso e dolce
Fonte: Twitter/@evyna

Alcune persone combattono contro il peso eccessivo per tutta la vita, altre invece non hanno nessun tipo di problema, possono mangiare qualunque cosa senza mai preoccuparsi della linea, che rimane invariata negli anni. Al netto di eventuali problemi di salute che possono portare ad un incremento del peso, resta spesso la voglia incontenibile di cibi dolci e grassi. Solo golosità? No, non è solo questo.

La colpa è del nostro cervello, che produce dopamina, un neurotrasmettitore. Quindi alcuni stimoli come ascoltare musica piacevole o per l’appunto mangiare cibi grassi o dolci, generano piacere grazie proprio all’aumento della produzione di dopamina.

Inoltre, uno studio pubblicato su Scienze ha dimostrato, almeno sui topi, che i cibi grassi e pieni di zuccheri sono in grado di indurre dei cambiamenti nell’attività di alcuni neuroni che regolano l’alimentazione. Sostanzialmente sbloccando i freni che limitano l’assunzione di cibo. Cosa vuol dire? Che più viene introdotto questo tipo di cibo, più se ne desidera, senza riuscire a fermarsi di mangiare anche se si è sazi.

Si legge sullo studio: “Una regione del cervello chiamata area ipotalamica laterale è un nodo integrale nel neurocircuito che controlla il comportamento alimentare. In un modello di obesità […] hanno scoperto che una classe distinta di neuroni all’interno di questa regione agisce come un freno all’alimentazione, sopprimendo l’assunzione di cibo. Questi neuroni sono stati modificati in modo potente e unico dall’obesità indotta dalla dieta. Pertanto, popolazioni discrete di neuroni dell’area ipotalamica laterale sono regolatori fondamentali del comportamento alimentare che potrebbe essere mirato al trattamento dei disturbi alimentari”.

Un altro studio invece di un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, i quali hanno pubblicato  le proprie ipotesi su Nature Communications, sostiene che la preferenza per i cibi grassi sia imputabile ad un gene difettoso nel sistema nervoso. Insomma, come detto, è colpa del cervello.