Il digiuno intermittente migliora la salute e la qualità della vita, lo afferma uno studio

digiuno intermittente
Fonte: Pexels/Andres Ayrton

Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista Nutrients, il digiuno intermittente potrebbe condurre a vari risultati positivi per la salute, riducendo ad esempio l’affaticamento. Un gruppo di partecipanti, durante lo studio, hanno digiunato per 16 ore per cinque giorni alla settimana e per un periodo di tre mesi. Dai risultati ottenuti è emerso che i marcatori di indice di buona salute sono aumentati, così come è diminuito un marcatore conosciuto per l’avanzamento del tumore.

Il digiuno intermittente rappresenta una delle diete più popolari seguite nelle culture occidentali per la perdita di peso. Fino ad oggi ancora non è stato confermato se questo tipo di digiuno sia effettivamente in grado di produrre benefici per la perdita di peso rispetto a un tipico deficit calorico, ma gli scienziati dell’Università di Mainz hanno voluto approfondire i potenziali benefici per la salute che la dieta potrebbe offrire.

Nel periodo di studio, 30 partecipanti si sono sottoposti alla compilazione di questionari, ad una valutazione della fatica e al prelievo di campioni di sangue per l’analisi dei biomarcatori. Ogni partecipante è stato obbligato a svolgere al proprio stile di vita normale diverso dal cambiamento nella dieta. Dai questionari, il partecipante medio ha sperimentato un aumento della qualità della vita di circa il 20% in tutti i parametri, tra cui salute fisica e mentale, funzionamento fisico e dolore.

Alcuni di questi hanno richiesto solo due settimane, mentre altri hanno impiegato fino a quattro settimane per riscontrare un sostanziale miglioramento. Inoltre, è stata rilevata una riduzione di quasi il 40% della fatica mentale dopo aver svolto tre mesi di dieta; oltre ad una importante riduzione dell’IGF, ossia l’ormone simile all’insulina che svolge un ruolo nella crescita del tumore.

Infine, i ricercatori hanno asserito che il digiuno intermittente potrebbe essere importante, ad esempio, per coloro che lavorano facendo turni e addirittura per le persone affette da cancro, anche se questo richiederebbe un numero più alto di prove prima che sia accertato.