Gli archeologi scoprono un’insolita fossa comune preistorica

Il ritrovamento è avvenuto a Vràble, in Slovacchia.

Gli scavi sono stati condotti da un team del Collaborative Research Center (CRC) dell’Università di Kiel (CAU) e dell’Istituto archeologico dell’Accademia delle scienze slovacca, che hanno condotto ricerche sul sito di Vráble-Ve`lke Lehemby, uno dei i più grandi insediamenti neolitici dell’Europa centrale. Vráble-Ve`lke Lehemby fu occupata tra il 5.250 e il 4.950 aC, comprendendo 313 case in tre villaggi vicini. Il sud-ovest dei tre insediamenti era circondato da un doppio fossato lungo 1,3 km che probabilmente fungeva da marcatore di confine piuttosto che da uno scopo difensivo. Gli archeologi che hanno scavato il fossato hanno trovato 38 individui in quella che sembra essere una fossa comune all’interno di un’area di 15 metri quadrati. Ad eccezione dei resti di un bambino piccolo, tutti i defunti sembrano essere stati decapitati, aggiungendosi a molte altre sepolture di resti decapitati scoperti nel 2021 nelle vicinanze. Martin Furholt del CAU ha dichiarato: “Nelle fosse comuni con un posizionamento poco chiaro, l’identificazione di un individuo si basa solitamente sul cranio, quindi per noi la scoperta di quest’anno rappresenta una situazione di scavo particolarmente impegnativa”.

La scoperta solleva molti interrogativi. Diverse ossa fuori dalla loro posizione anatomica suggeriscono che i corpi già scheletrati furono spinti nel mezzo della trincea per fare spazio a quelli nuovi. Alcuni scheletri hanno anche conservata la prima vertebra cervicale, indicazione che la testa è stata rimossa con cura, piuttosto che un’azione violenta e affrettata. “Può sembrare ovvio ipotizzare un massacro con sacrifici umani, forse anche in connessione con idee magiche o religiose. Anche i conflitti bellici possono svolgere un ruolo, ad esempio i conflitti tra comunità di villaggio o anche all’interno di questo grande insediamento. Queste persone sono state vittime di cacciatori di teste o i loro compaesani praticavano uno speciale culto della morte che non aveva nulla a che fare con la violenza interpersonale? afferma la responsabile del progetto, la dott.ssa Maria Wunderlich.