I cimpanzé adottano tattiche di guerra per spiare le bande rivali

I cimpanzé delle foreste dell’Africa occidentale si spostano in posizioni più elevate per raccogliere informazioni sulle bande rivali, dimostrando capacità cognitive sorprendenti.

Due scimpanzé maschi che combattono presso il santuario di scimpanzé di Ngamba Island in Uganda

Gli scimpanzé possono essere altrettanto aggressivi e violenti tra di loro come gli esseri umani. (Charlotte Morse/Shutterstock.com)

Nelle foreste dell’Africa occidentale, i cimpanzé stanno adottando un comportamento sorprendente. Per spiare le bande rivali, si spostano in posizioni più elevate per avere una migliore visuale e raccogliere informazioni. Questo comportamento, che ricorda le tattiche di guerra umane, non era mai stato osservato nei cimpanzé prima d’ora. Lo studio è stato condotto presso il Parco Nazionale di Taï in Costa d’Avorio da un team composto da ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia Evoluzionistica. Durante il periodo di tre anni, sono stati raccolti dati GPS e oltre 21.000 ore di tracciamenti su due gruppi di cimpanzé occidentali confinanti, per un totale di 58 scimmie. Questi due gruppi confinano l’uno con l’altro e spesso competono per le risorse, il che può portare a episodi di violenza. Le osservazioni hanno mostrato che i cimpanzé effettuano regolarmente pattugliamenti dei confini per difendere il loro territorio. Le pattuglie vengono spesso condotte in sottogruppi che rimangono vicini e limitano il rumore. Durante queste pattuglie, i cimpanzé si spostano verso le aree più alte e collinose quando si avvicinano al confine, dove di solito avviene il conflitto. Tuttavia, quando tornano al proprio territorio, preferiscono percorsi più facili e pianeggianti. I movimenti successivi sembrano essere influenzati dalle informazioni raccolte dalla cima della collina. Dopo aver osservato i rivali, la probabilità di avanzare nel territorio nemico aumenta in base alla distanza dei rivali: dal 40% quando sono a 500 metri di distanza, al 50% quando sono a 1.000 metri di distanza, al 60% quando sono a 3.000 metri di distanza. I ricercatori sostengono che questo comportamento dimostra le capacità cognitive dei cimpanzé e potrebbe anche evidenziare le origini della guerra umana. Secondo il dottor Lemoine, autore principale dello studio, la guerra tattica è considerata un motore dell’evoluzione umana. Questo comportamento dei cimpanzé richiede complesse capacità cognitive che aiutano a difendere o espandere i loro territori e sarebbero favoriti dalla selezione naturale. L’utilizzo del paesaggio per il controllo territoriale è profondamente radicato nella nostra storia evolutiva. Questo comportamento dei cimpanzé potrebbe essere una traccia di una forma primitiva di guerra che probabilmente esisteva nelle popolazioni preistoriche di cacciatori-raccoglitori. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS Biology.

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