Scoperta la più grande chela di granchio fossilizzata del mondo. Ha 8 milioni di anni

Un fossile di un granchio, risalente a 8,8 milioni di anni, ha battuto i record per dimensioni dei crostacei: è la più grande chela fossilizzata mai trovata nella storia. Le dimensioni indicano che la specie nuova e con il nuovo nome potrebbe essere l’antenata dell’attuale granchio gigante della Tasmania (Pseudocarcinus gigas), che pesa più di 12 chili. L’esemplare è stato ritrovato sulla spiaggia di Waitoetoe, in Nuova Zelanda, nell’isola nord dell’arcipelago. Si trovava nella Formazione Urenui, che risale al Miocene e fa parte del bacino Taranaki, che fu colpita dall’eruzione del Mohakatino. L’evento plasmò l’ambiente dell’epoca consentendo l’eccezionale conservazione del crostaceo. La cenere e il fango vulcanici sono, infatti, sedimenti in grado di preservare in maniera ottimale i fossili, poiché ricoprono gli animali prima che l’ecosistema possa dare il via alla loro decomposizione. Questo tipo di granchio viveva nelle profondità del mare, ed è la prima volta che ne viene ritrovato uno nella regione della Nuova Zelanda. Il nome dato alla nuova specie era Pseudocarcinus karlraubenheimeri, dal nome del paleontologo dilettante Karl Raubenheimer, che scoprì l’esemplare quando era solo un adolescente mettendolo a disposizione degli scienziati. Il suo probabile discendente, P. gigas, ha artigli che misurano fino a 47 centimetri, la stessa apertura del carapace. Secondo gli scienziati, i granchi hanno raggiunto durante la loro evoluione dimensioni così sorprendenti probabilmente a causa dei predatori, ma anche a causa della competizione per le prede.


Le grandi chele del P. karlraubenheimeri potrebbero essersi formate in risposta al gran numero di gasteropodi e bivalvi che iniziarono ad apparire nel menu delle profondità marine alla fine del periodo Cretaceo (65 milioni di anni fa), inaugurando, così, la stirpe di grandi granchi. Oltre alla scoperta della specie, la scienza ora sa di più sul suo antico habitat, dove le infiltrazioni di gas portavano CO2 o metano alla giunzione tra acqua e sedimenti, lasciando l’ambiente ricco di sostanze nutritive. Di conseguenza, cozze, lumache di mare e granchi più piccoli prosperarono e permisero alla specie di raggiungere le dimensioni attuali.

Fonte:

https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/00288306.2024.2314472