Scoperta del Jyvaskylavirus: il primo virus gigante in Finlandia

Un nuovo virus gigante svela la biodiversità virale nelle regioni settentrionali.

Recenti ricerche condotte da un team di scienziati finlandesi hanno portato alla luce una scoperta straordinaria nel campo della virologia: il primo virus gigante mai identificato in Finlandia. Questo ritrovamento suggerisce che la presenza di virus di dimensioni notevoli nelle regioni settentrionali del mondo è più comune di quanto si pensasse in precedenza. I virus, organismi microscopici per eccellenza, si collocano a una scala dimensionale che li rende infinitamente più piccoli rispetto ai batteri, i quali possono misurare circa 200 nanometri. In confronto, i virus più piccoli possono avere un diametro di appena 20 nanometri. Tuttavia, esistono virus che sfidano questa definizione di “microscopico”, raggiungendo dimensioni paragonabili a quelle di alcuni batteri. Questi virus giganti sono noti per infettare amebe e altri microrganismi unicellulari, aprendo nuove strade per la ricerca scientifica.

Scoperta del Jyvaskylavirus e il suo significato

Durante uno studio condotto dall’Università di Jyväskylä, i ricercatori hanno isolato un nuovo virus gigante analizzando campioni ambientali mescolati con una coltura di amebe chiamata Acanthamoeba castellanii. Questo virus, denominato Jyvaskylavirus, presenta un diametro di 200 nanometri, rendendolo circa il doppio più grande di un virus dell’influenza o di un coronavirus. Grazie a una collaborazione internazionale, il team ha sequenziato il genoma e analizzato la struttura del Jyvaskylavirus, scoprendo che esso è correlato ai Marseillevirus, già isolati in Francia. La professoressa Lotta-Riina Sundberg, dell’Università di Jyväskylä, ha evidenziato che altri virus giganti sono stati rinvenuti anche in campioni ambientali, dimostrando la ricchezza di questi organismi nel suolo e nell’acqua, anche in contesti climatici settentrionali come quello finlandese. Per ulteriori dettagli, puoi consultare il comunicato ufficiale.

Il contesto della ricerca sui virus giganti

La scoperta del Jyvaskylavirus si inserisce in un contesto più ampio di ricerca sui virus giganti, il primo dei quali, il Mimivirus, fu scoperto nel 2003 in un’ameba all’interno di una torre di raffreddamento a Bradford, in Inghilterra. Inizialmente, il Mimivirus fu scambiato per un batterio, poiché le sue dimensioni consentivano di osservarlo al microscopio ottico, un’impresa impossibile per i virus di dimensioni standard. Da quel momento, numerosi altri virus giganti sono stati identificati, principalmente in Europa e Sud America, con alcuni campioni rinvenuti in ambienti estremi come il permafrost siberiano, dove il riscaldamento globale ha portato alla loro scoperta. Queste scoperte hanno ampliato notevolmente la nostra comprensione della biodiversità virale.

Le implicazioni dei virus giganti e il cambiamento climatico

Questi virus, talvolta definiti “virus zombie”, tendono a infettare amebe piuttosto che organismi umani, ma i ricercatori avvertono che il cambiamento climatico potrebbe risvegliare virus più pericolosi man mano che il ghiaccio si scioglie. Un aspetto distintivo dei virus giganti è il loro straordinario patrimonio genetico. Ad esempio, il Pandoravirus, scoperto nel 2013, possiede circa 2.500 geni, mentre un virus dell’influenza ne ha solo circa 8. Questi organismi, affascinanti e complessi, sono ancora oggetto di studio, e la loro recente scoperta ha aperto nuove strade per comprendere i cicli di vita e la distribuzione dei virus giganti.

Conclusioni sulla ricerca del Jyvaskylavirus

La ricerca sul Jyvaskylavirus non solo arricchisce la nostra comprensione della biodiversità virale, ma offre anche nuove prospettive sulle interazioni tra microbi e sul ruolo cruciale che i virus svolgono nella regolazione delle popolazioni di organismi viventi. La professoressa Sundberg ha concluso affermando che questo studio rappresenta un passo importante verso una maggiore comprensione della struttura e della funzione dei virus giganti. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eLife, contribuendo così al crescente corpo di conoscenze in questo affascinante campo di studio. La continua esplorazione di questi virus giganti potrebbe rivelare informazioni preziose per la scienza e la salute pubblica.