Un recente studio dimostra che la comune Escherichia coli, opportunamente modificata in laboratorio, può convertire i rifiuti di bottiglie PET in paracetamolo con notevole efficienza: tra il 90 e il 92 % del prodotto finale è farmaco puro. Il principio è semplice ma geniale: il PET viene degradato in acido tereftalico, che entra nella cellula batterica. Lì, grazie a un “rearrangiamento di Lossen” attivato dagli ioni fosfato presenti naturalmente nel citoplasma, si ottiene p‑aminobenzoico (PABA), che mediante enzimi trasferiti da funghi e batteri del suolo viene infine trasformato in paracetamolo in meno di 24 ore e a temperatura ambiente.
Il risultato, pubblicato su Nature Chemistry, è stato raggiunto anche in co-condizioni analoghe alla fermentazione della birra, ma senza creare emissioni di CO₂, a differenza dei metodi tradizionali che utilizzano derivati del petrolio. Il progetto, finanziato anche da EPSRC e AstraZeneca con il supporto di Edinburgh Innovations, segna un passo significativo verso il “suprariciclo chimico”, un modello in cui i rifiuti plastici diventano materie prime per prodotti ad alto valore aggiunto come i farmaci. Nonostante i successi in laboratorio, la produzione rimane su scala ridotta e mancano le prove di sicurezza clinica necessarie per portare il metodo sul mercato. I ricercatori auspicano di estendere l’approccio ad altri materiali plastici e composti bioattivi, delineando un futuro in cui i microbi diventano mini‑fabbriche verdi, riscrivendo l’industria farmaceutica e il riciclo ambientale.