Un nuovo studio, attualmente in attesa di revisione paritaria, ha identificato un potenziale scenario ad alto rischio con implicazioni dirette per la sicurezza delle infrastrutture spaziali terrestri. Secondo le simulazioni condotte da Paul Wiegert, ricercatore dell’Università di Western Ontario, l’asteroide 2024 YR4 – scoperto a inizio anno e classificato come “city-killer” per le sue dimensioni comprese tra i 53 e i 67 metri – ha circa il 4% di probabilità di colpire la superficie lunare il 22 dicembre 2032. L’energia cinetica sprigionata dall’impatto sarebbe comparabile a una detonazione tra i 6 e gli 8 megatoni di tritolo, sufficiente a generare un cratere di circa un chilometro e a sollevare un’enorme quantità di materiale lunare.
Le stime indicano che l’impatto potrebbe proiettare nello spazio fino a 100 milioni di chilogrammi di detriti, una frazione dei quali – tra il 5 e il 10% – potrebbe essere catturata dalla gravità terrestre nei giorni successivi. I frammenti, pur più piccoli dell’asteroide primario, viaggerebbero a velocità sufficienti a danneggiare satelliti in orbita bassa e geostazionaria, compromettendo potenzialmente telecomunicazioni, navigazione satellitare e osservazione terrestre. Gli effetti sarebbero simili a quelli di una pioggia di micrometeoriti prolungata e concentrata in un arco temporale molto breve: secondo lo studio, l’esposizione ai detriti potrebbe corrispondere a decenni di normale erosione spaziale concentrati in pochi giorni.
Nonostante il rischio d’impatto diretto con la Terra sia ormai considerato trascurabile – stimato tra lo 0,001% e lo 0,004% – la possibilità di un impatto lunare solleva interrogativi urgenti sulla vulnerabilità delle infrastrutture spaziali. A essere coinvolti potrebbero essere satelliti strategici, moduli in orbita, stazioni spaziali commerciali e missioni lunari programmate per il decennio prossimo, inclusi lander, rover e orbiter già in fase di sviluppo da parte di agenzie come NASA, ESA e operatori privati. L’eventualità di uno “sciame” secondario generato da un impatto extraterrestre su un corpo celeste vicino apre un nuovo fronte per le strategie di difesa planetaria, richiedendo non solo il monitoraggio degli oggetti diretti verso la Terra, ma anche la valutazione degli effetti collaterali su orbite stabili come quella lunare.
Il caso di 2024 YR4 potrebbe così rappresentare un punto di svolta nel dibattito internazionale sulla protezione delle infrastrutture spaziali, suggerendo la necessità di includere i corpi celesti vicini nella pianificazione della sicurezza orbitale.