I dati dell’Università di Milano.
Otto milioni persone potrebbero aver contratto il Coronavirus, nel nostro paese, tra i mesi di marzo e maggio. A renderlo noto è una stima dell’Università Statale di Milano. Secondo la ricerca ben il 25% della popolazione italiana, ossia 15 milioni di persone, ha registrato sintomi potenzialmente riconducibili al Covid-19 fra il 7 marzo e il 4 maggio. Sottraendo una quota di sei milioni di persone, probabilmente affette dall’influenza stagionale, la quota restante potrebbe aver contratto il Nuovo Coronavirus, di cui 2 milioni in Lombardia. ”A questa somma andrebbero aggiunti gli asintomatici e i paucisintomatici” dichiara all’ANSA Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università Statale di Milano.
Le cifre ufficiali sui contagi da Covid-19, per gli studiosi, risulterebbero dunque incerte e notevolmente sottostimate. La ricerca su un’intervista, ha rivelato sintomi in 175 persone su 1.000 individui, di età compresa tra 18 e 85 anni. Le domande riguardavano i sintomi correlati alla Covid-19, tra cui la febbre, il mal di testa, il raffreddore, la tosse e i disturbi gastrointestinali. Dai dati è emerso come nel periodo compreso tra il 13 marzo e il 7 aprile in Italia, il 13,9% dei soggetti aveva riportato sintomi di tipo Covid-19 con un’impennata del 20% in Lombardia. Tra il 10 aprile e il 4 maggio, la quota di persone che riferiva sintomi simili a quelli della Covid-19 è scesa all’8,3% in Italia, mentre in Lombardia era del 13,3%. Anche ipotizzando che solo la metà dei sintomi segnalati sia riconducibile a Covid-19, la terza indagine conferma che circa il 4% della popolazione in Italia e il 6-7% in Lombardia sarebbero stati affetti da Covid-19 anche nella seconda metà di aprile. I numeri confermano, secondo gli studiosi, come l’epidemia di Covid-19 abbia interessato una fetta importante della popolazione italiana, soprattutto in Lombardia, tra il mese di marzo ed aprile, con numero ben superiori rispetto a quelli ufficiali.
