NASA: 5.000 pianeti scoperti. ‘Forme di vita? È solo una questione di tempo’

Il record celebrato dalla NASA.

Fino a pochi decenni fa nello spazio i pianeti conosciuti erano 9, e tutti orbitanti intorno al Sole, ma grazie alle ricerche sempre più esopianeti si sono aggiunti alla lista. L’ultima serie di pianeti scoperti rende il totale dei oggetti presenti al di fuori del Sistema Solare ben 5.000. Sono ben 65 gli esopianeti che si aggiungono all’archivio della National Aeronautics and Space Administration, che porterà le scoperte in pubblicazioni scientifiche sottoposte a revisione paritarie. Tra gli oltre cinquemila pianeti scoperti, troviamo mondi rocciosi come il nostro pianeta, pianeti gassosi molto più grandi di Saturno e “gioviani caldi” estremamente vicini alle stelle di riferimento. Tra i pianeti scoperti troviamo anche ”super Terre”, corpi celesti rocciosi chiamati così per per le dimensioni maggiori rispetto alla Terra, o anche dei “mini nettuniani“, cioè pianeti più piccoli di Nettuno. A spiccare sono gli esopianeti orbitanti intorno a due stelle o addirittura intorno ai resti di stelle morte. Jessie Christiansen, responsabile scientifico presso l’Exoplanet Science Institute della NASA alla Caltech di Pasadena, ha spiegato: “Non è la sola quantità ad entusiasmare. Ciascuno di questi pianeti è un mondo del tutto nuovo. Sono contento di ognuno di loro perché ne conosciamo ancora molto poco“.


Alexander Wolszczan, autore principale della ricerca, 30 anni fa ha individuato i primi pianeti esterni al Sistema Solare, ha spiegato: “Se riesci a trovare pianeti addirittura attorno ad una stella di neutroni, significa che questi oggetti devono essere praticamente ovunque“. Nel prossimo futuro avremo nuove grandi novità, grazie al Nancy Grace Roman Space Telescope, il cui lancio avverrà nel 2027, attraverso il quale saremo in grado di sperare nella scoperta di altri oggetti grazie ad una varietà di metodi di osservazione. Anche la missione ARIEL dell’ESA, prevista per il 2029, potrebbe fornire informazioni preziose, soprattutto riguardo le atmosfere, la presenza di nuvole e le condizioni ambientali.
Secondo me è inevitabile che scopriremo una qualche forma di vita da qualche parte, anche se primitiva“, ha spiegato Wolszczan, “la stretta connessione tra la chimica della vita sulla Terra e quella che si trova in tutto lo spazio, così come il rilevamento di molecole organiche diffuse, suggerisce che il rilevamento della vita stessa rappresenta solo una questione di tempo“.

Fonte:

https://phys.org/news/2022-03-cosmic-milestone-nasa-exoplanets.html