Depressione: uno studio innovativo sostiene che l’elettrostimolazione profonda può aiutare i pazienti, i dettagli

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Fonte: Pexels/Quintin Gellar

La depressione è una malattia subdola, c’è ma non si vede, e per questo motivo viene spesso sottovalutata. Ma se non curata, al pari di tutte le altre malattie, può avere gravi conseguenze. Buone notizie per chi ne soffre arrivano da uno studio condotto dall’Università di Amsterdam e pubblicato sul NewScientist il quale sostiene che l’elettrostimolazione profonda possa essere di aiuto per i pazienti che soffrono di questa malattia.

Lo studio si è prolungato per 4 anni; tra il 2010 e il 2014 a 25 volontari affetti da depressione grave che non hanno ricevuto beneficio dalle cure convenzionali, gli scienziati hanno impiantato degli elettrodi in punti precisi del cervello per impedire la comunicazione confusa tra loro. Monitorandoli poi tra i 6 e i 9 anni si è visto che il 44% di loro ha ottenuto un netto miglioramento con un importante 50% di diminuzione dei sintomi depressivi.

Già negli anni scorsi avevano utilizzato questo metodo i ricercatori dell’Università della California di San Francisco per il trattamento di un disturbo psichiatrico. Essi hanno utilizzato gli elettrodi impiantati nel cervello per bloccare, in modo mirato, alcune aree cerebrali, in quanto appunto la loro attività anomala è in grado di indurre l’insorgere dei sintomi depressivi.

Alberto Priori, professore ordinario di Neurologia dell’Università di Milano ha commentato la ricerca, a cui non ha preso parte: “Inizialmente consisteva in una stimolazione continua delle aree interessate. Ma negli ultimi decenni, grazie alle ricerche svolte dall’università di Milano, si è iniziata a studiare quella che viene definita stimolazione adattativa, che, come nello studio appena uscito su Nature Medicine, individua dei biomarcatori di malattia nel cervello, e interviene a spegnere le aree cerebrali coinvolte nello sviluppo dei sintomi solamente in presenza di un’attività anomala”.

Come riporta Repubblica, Sarah, la prima paziente ad aver sperimentato la nuova terapia, ha confermato: “Nei primi mesi di terapia la riduzione dei sintomi della depressione è stata realmente improvvisa, tanto che temevo che non sarebbe durata a lungo e invece gli effetti sono durati nel tempo”.