Il Viaggio del Clan nelle Montagne Pirenaiche
Una leggera nebbia avvolge il clan mentre il sole inizia a sorgere, segnando l’inizio di un lungo viaggio. Questo gruppo è composto da dodici individui, tra cui adulti e bambini, alcuni dei quali così piccoli da dover essere portati sulle spalle delle donne. Questi Homo sapiens, cacciatori-raccoglitori nomadi, abitavano le Montagne Pirenaiche durante l’Ultimo Massimo Glaciale, un periodo che si estende tra i 35.000 e gli 11.000 anni fa. Ogni membro del clan porta con sé uno zaino di pelle, contenente oggetti di grande valore, tra cui nuclei e schegge di selce, strumenti essenziali per la caccia e ornamenti, che rappresentano un legame profondo con la loro terra natale. La loro vita è caratterizzata da un continuo spostamento, alla ricerca di risorse e opportunità, rendendo ogni giorno un’avventura unica e significativa.
La Valle di Cerdanya: Un Rifugio Storico
A metà mattina, il gruppo raggiunge la loro meta per i giorni a venire: la vasta e fertile valle di Cerdanya, un enclave che, nel corso delle generazioni, ha servito sia come rifugio che come punto di incontro per diverse comunità. Oggi, questo luogo è conosciuto come Montlleó, un sito archeologico magdaleniano all’aperto situato a un’altitudine di circa 1.144 metri nel Coll de Saig, uno dei valichi montani più favorevoli per attraversare i Pirenei. Anche durante l’Era Glaciale, quando i ghiacciai ricoprivano gran parte del paesaggio, Cerdanya rimaneva accessibile. Questo territorio non solo offre risorse naturali, ma rappresenta anche un crocevia culturale dove si intrecciano storie e tradizioni di popoli diversi.
Scambi Culturali e Risorse Preistoriche
Durante questi incontri, non solo condividono esperienze, ma anche idee, oggetti e materiali. Alcuni gruppi, provenienti dalla costa, portano con sé una ricca varietà di conchiglie marine perforate, utilizzate per adornare colli e vestiti. Altri, invece, scambiano piccole selci di alta qualità per risorse preziose come corna di cervo o renna. Questi scambi non sono solo pratici, ma anche simbolici, rappresentando un legame tra le diverse comunità e un modo per preservare la loro identità culturale. La varietà di materiali scambiati riflette la complessità delle interazioni sociali e commerciali che caratterizzavano la vita di questi antichi popoli.
Progetti di Ricerca Archeologica e Scoperte
Negli ultimi decenni, la ricerca archeologica ha compiuto notevoli progressi, permettendo di ricostruire, pezzo dopo pezzo, il complesso mosaico della preistoria. Il nostro progetto di ricerca, denominato SPEGEOCHERT e finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC), si propone di tracciare le rotte seguite dai gruppi umani per attraversare i Pirenei. Le evidenze raccolte indicano che le montagne non rappresentavano una barriera, ma piuttosto un passaggio frequentato dagli Homo sapiens del Paleolitico Superiore. Attraverso l’analisi di reperti e siti archeologici, stiamo scoprendo come questi antichi gruppi si muovessero e interagissero con il loro ambiente.
Identificazione delle Rotte Migratorie
Tra le scoperte più sorprendenti del progetto, sono stati identificati tre esemplari di possibile selce di Chalosse, provenienti dal sud-ovest dell’attuale Francia, che rappresentano la fonte più distante finora conosciuta. Per mappare queste potenziali rotte migratorie, ci siamo avvalsi di una risorsa abbondante nel record archeologico: gli strumenti realizzati in selce, una delle rocce più utilizzate in epoca preistorica. Il nostro team è attivamente impegnato nella localizzazione e nel recupero di campioni di formazioni geologiche contenenti selci simili a quelle trovate nei siti preistorici. Questa ricerca non solo arricchisce la nostra comprensione della mobilità umana, ma offre anche spunti su come le risorse naturali influenzassero le scelte di vita dei nostri antenati.
Analisi Geochimica e Mobilità dei Gruppi
Analizzando il loro raggio di distribuzione, siamo stati in grado di seguire la mobilità dei gruppi che le utilizzavano, inclusi piccoli nuclei preparati per la lavorazione, strumenti grezzi come lame e schegge, e strumenti finiti pronti per l’uso. Abbiamo analizzato oltre 20 siti situati su entrambi i lati della catena montuosa dei Pirenei, confrontando i reperti archeologici con campioni di riferimento provenienti da altre formazioni geologiche. L’analisi geochimica ha consentito di stabilire un abbinamento tra i pezzi archeologici e le loro aree di origine. Questo approccio ci permette di comprendere meglio le dinamiche sociali e culturali di questi gruppi, rivelando come le risorse influenzassero le loro interazioni e spostamenti.
Utilizzo di Sistemi Informativi Geografici
Infine, abbiamo applicato sistemi informativi geografici, considerando variabili come la topografia e le condizioni climatiche prevalenti. Attraverso questo approccio, suggeriamo le rotte che queste popolazioni potrebbero aver seguito per acquisire selce, fornendo così una visione più chiara dei loro spostamenti e delle relazioni con le aree montane circostanti. Questa metodologia non solo migliora la nostra comprensione della preistoria, ma offre anche strumenti utili per la pianificazione e la gestione del patrimonio culturale. La combinazione di dati archeologici e analisi geospaziali rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca archeologica moderna.