Nel vasto silenzio dello spazio, dove ogni dettaglio è frutto di pazienza e precisione, un fotografo ha catturato un momento tanto raro quanto spettacolare: un flare solare che “interrompe” l’immagine della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Questo evento straordinario è stato immortalato da Andrew McCarthy, astrofotografo dell’Arizona, noto per le sue immagini dettagliate del Sole e della Luna. Come raccontato su Science Alert, durante una sessione fotografica nel deserto di Sonora, McCarthy stava cercando di catturare il transito dell’ISS davanti al Sole. Ma ciò che ha ottenuto è andato oltre le sue aspettative: un flare solare di media intensità è esploso sullo sfondo, creando un contrasto mozzafiato con la silhouette della stazione spaziale. “Questa è una delle mie foto preferite di sempre, per la natura effimera di questi flare solari e dei transiti dell’ISS”, ha commentato McCarthy sui social media.
Per realizzare l’immagine, McCarthy ha utilizzato più telescopi, raffreddandoli con ghiaccio e contenitori termici per contrastare il caldo del deserto. Ha poi assemblato le immagini in un mosaico composito, includendo elementi dell’eclissi solare del 2024 per aggiungere profondità e contesto. L’immagine, intitolata “Kardashev Dreams”, prende il nome dall’astronomo sovietico Nikolai Kardashev, noto per la sua scala che misura l’avanzamento tecnologico delle civiltà. McCarthy ha scelto questo titolo per rappresentare “i nostri primi passi verso una civiltà molto più grande”. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’ISS non è stata in alcun modo minacciata dal flare solare. La stazione orbita la Terra a circa 400 chilometri di altitudine, ben lontano dal Sole. Tuttavia, i flare solari possono aumentare l’esposizione alla radiazione per gli astronauti e rappresentare una minaccia per i sistemi elettronici, sebbene generalmente siano eventi di breve durata. Questo scatto non solo testimonia la bellezza e la potenza del nostro sistema solare, ma offre anche uno spunto di riflessione sul nostro posto nell’universo. Come osserva McCarthy, l’immagine rappresenta “i nostri primi passi verso una civiltà molto più grande”, un richiamo alla continua evoluzione e scoperta che caratterizza l’umanità.