Il mistero dei pianeti di zucchero filato svelato: il caso di WASP-107b

Un enigma planetario risolto: WASP-107b rivela un nucleo massiccio e una chimica atmosferica inaspettata, grazie a osservazioni dettagliate del JWST.

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Impressione dell’artista del pianeta super soffice. (NASA, ESA, CSA, R. Crawford (STScI))

Un enigma planetario di vasta portata sembra finalmente risolto. I pianeti di zucchero filato, caratterizzati da una densità estremamente bassa che sfidava le nostre conoscenze sulla formazione planetaria, hanno ora rivelato i loro segreti agli occhi degli astronomi. La chiave per comprendere la nascita di questi mondi è stata l’osservazione dettagliata di uno di essi, il sorprendente WASP-107b.

Questo pianeta, con un volume superiore al 75% di quello di Giove ma meno di un decimo della sua massa, si distingue per una delle densità più basse mai registrate tra i pianeti conosciuti. La sua struttura, inizialmente oggetto di speculazioni contrastanti, ha finalmente trovato una spiegazione grazie ai dati raccolti dal JWST.

Le prime ipotesi suggerivano la presenza di un nucleo piccolo circondato da una vasta atmosfera, ma sorgeva il dilemma su come un nucleo così esiguo potesse sostenere un involucro gassoso così imponente. Un’altra teoria proponeva un nucleo di dimensioni maggiori, ma anche questa soluzione presentava delle incongruenze.

L’osservazione della luce stellare filtrata attraverso l’atmosfera di WASP-107b ha rivelato un dettaglio sorprendente: la presenza di metano mille volte inferiore alle aspettative. Questo elemento, comunemente presente in simili pianeti, sembra essere stato trasformato in altre molecole a base di carbonio, un processo che richiede calore interno.

Il team di ricerca ipotizza che il riscaldamento mareale generato dall’orbita ellittica del pianeta stia alimentando un nucleo massiccio, circa 12 volte la massa della Terra e più grande di quanto inizialmente stimato. Questo nucleo caldo avrebbe il potere di alterare la chimica del pianeta e di espandere la sua atmosfera.

Il professor David Sing, autore principale dello studio presso la Johns Hopkins University, ha sottolineato l’importanza di queste scoperte: “Guardare all’interno di un pianeta a centinaia di anni luce di distanza sembra quasi impossibile, ma quando si conoscono la massa, il raggio, la composizione atmosferica e il calore del suo interno, si hanno tutti gli elementi necessari per avere un’idea di ciò che c’è dentro e quanto sia pesante quel nucleo.”

Il nuovo studio, pubblicato su Nature, getta nuova luce su WASP-107b e apre la strada a ulteriori ricerche sulle forze mareali che potrebbero spiegare il riscaldamento osservato. Sebbene il pianeta non sia ancora completamente compreso, il velo di mistero che lo avvolgeva si è notevolmente diradato grazie a queste rivelazioni scientifiche.

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