Le mummie sudamericane e i loro straordinari tatuaggi
Le mummie sudamericane hanno affascinato storici e archeologi per secoli, in particolare per i loro straordinari tatuaggi. Recenti scoperte hanno messo in luce un caso particolarmente interessante: il disegno inchiostrato sulla guancia di una donna vissuta circa 800 anni fa, sepolta in una regione che oggi è parte del Perù. L’arte del tatuaggio è una pratica antica, risalente a millenni fa, ma le testimonianze di queste opere d’arte corporee sono spesso perdute nel tempo. Sebbene siano stati rinvenuti strumenti utilizzati per il tatuaggio, la pelle tatuata stessa raramente riesce a sopravvivere. Tuttavia, in Sud America, le condizioni climatiche dei deserti costieri, dove molte mummie sono state scoperte, hanno contribuito a preservare i tessuti molli, come la pelle, dalla decomposizione. Questo ha permesso di ottenere informazioni preziose sulla cultura e le pratiche artistiche delle antiche civiltà.
Analisi dei resti e contesto storico
Un team di esperti, composto da antropologi e archeologi e guidato da Gianluigi Mangiapane dell’Università di Torino, ha condotto un’analisi approfondita dei resti di questa donna, i cui tatuaggi la rendono un soggetto di studio unico. Purtroppo, l’origine esatta di questa mummia rimane avvolta nel mistero, poiché i suoi resti furono donati al Museo Italiano di Antropologia ed Etnografia quasi un secolo fa, senza alcun contesto storico, se non il nome del donatore e la classificazione generica come “artefatti sudamericani”. Tuttavia, alcuni indizi possono suggerire le sue origini. La posizione del corpo, seduto in modo eretto con le ginocchia piegate, indica un metodo di conservazione noto come “fardo”, in cui il cadavere veniva avvolto in strati di tessuto e legato in un pacchetto. Questa pratica funeraria era comune tra la cultura Paracas, che si sviluppò nella regione andina, lungo la costa meridionale del Perù.


Datazione e osservazione dei tatuaggi
La datazione al radiocarbonio dei frammenti tessili ancora attaccati al corpo della donna ha rivelato che visse tra il 1215 e il 1382 d.C. I tatuaggi, sebbene affascinanti, risultano difficili da osservare a causa del processo di mummificazione, che ha scurito la pelle. Per ottenere una visione più chiara dei design minimalisti, il team ha impiegato una serie di tecniche di imaging non distruttive. Tra i tatuaggi rinvenuti, uno a forma di S si trova su uno dei polsi, una posizione comune per i tatuaggi nelle culture sudamericane dell’epoca. Tuttavia, questo design risulta notevolmente più semplice rispetto ai tatuaggi più elaborati che si trovano frequentemente su mani, polsi, avambracci e piedi di altre mummie. La semplicità di questi tatuaggi potrebbe riflettere una differente funzione sociale o culturale rispetto ad altri esempi più complessi.
Tatuaggi facciali e significato culturale
Ciò che colpisce maggiormente sono i tatuaggi insoliti sulla guancia della mummia, caratterizzati da un design sorprendentemente semplice. Gli autori dello studio notano che i tatuaggi facciali, in particolare quelli sulle guance, sono rari nell’antica Sud America e spesso sottovalutati a causa delle difficoltà nel rinvenire pelle conservata. Le tre linee di tatuaggio identificate su questa mummia sono relativamente uniche: i segni sul viso sono poco comuni tra i gruppi dell’antica regione andina e ancor più rari sulle guance. L’analisi chimica ha rivelato che l’inchiostro nero utilizzato per i tatuaggi era composto da magnetite, un minerale di ferro nero, metallico e magnetico. Questo è un elemento insolito, poiché gli archeologi tendono a ritenere che l’inchiostro nero per tatuaggi fosse generalmente realizzato con carbone. Tuttavia, gli autori dello studio sottolineano che pochi studi hanno esaminato la composizione chimica degli inchiostri utilizzati, aprendo nuove strade per la ricerca futura.
Conclusioni e implicazioni della ricerca
La presenza di magnetite, un materiale utilizzato sia nelle culture contemporanee che in quelle storiche, è stata confermata, insieme ad altre fasi ricche di ferro del gruppo dei silicati di pirosseno, con una piccola quantità di materiali a base di carbonio, probabilmente non aggiunti intenzionalmente, ma derivanti dalle procedure di preparazione dei pigmenti. Ma cosa significano questi tatuaggi unici? È evidente che erano destinati a essere visibili, poiché non sarebbero stati coperti da abiti. Tuttavia, il significato preciso che volevano comunicare rimane un enigma. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nel Journal of Cultural Heritage, contribuendo a una comprensione più profonda delle pratiche culturali e artistiche delle antiche civiltà sudamericane. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra conoscenza della storia dei tatuaggi, ma offre anche spunti per ulteriori ricerche sulle tradizioni artistiche delle culture precolombiane.