I ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno raggiunto un importante traguardo realizzando con successo il primo decollo verticale di un robot umanoide volante, denominato iRonCub MK3. Questo robot è il primo al mondo a utilizzare propulsori a reazione integrati in un corpo umanoide per ottenere la spinta necessaria al volo. In particolare, il robot è equipaggiato con quattro propulsori: due sono montati sulle braccia e due in un jetpack posizionato sulla schiena. Il robot iRonCub MK3 è basato sulla piattaforma iCub3, un robot dalle dimensioni infantili (alto circa 1 metro e pesante 22 chilogrammi), progettato per replicare capacità cognitive e motorie umane.
Originariamente concepito per studi sulla cognizione e l’intelligenza artificiale, questa versione avanzata è stata potenziata con una struttura rinforzata, tra cui una spina dorsale in titanio e pannelli resistenti al calore per proteggere il telaio dai gas di scarico ad alte temperature dei propulsori. Nel test mostrato in un video pubblicato dall’IIT, il robot, sostenuto da una bretella per motivi di sicurezza, si è sollevato verticalmente da terra per circa 50 centimetri, dimostrando un primo volo stabile. Per mantenere il controllo e la stabilità durante il decollo e il volo, il team ha sviluppato un sistema di controllo avanzato chiamato Linear Parameter Varying Model Predictive Control (MPC), che coordina in tempo reale la posizione delle giunture e la spinta dei propulsori per evitare traiettorie errate o ribaltamenti.
Il successo di questo primo volo apre nuove prospettive per l’utilizzo di robot umanoidi volanti in diverse applicazioni pratiche, soprattutto in ambito di ricerca e soccorso. Questi robot potrebbero infatti accedere a zone pericolose o difficili da raggiungere per gli esseri umani, come edifici crollati, aree allagate o ambienti contaminati da sostanze chimiche o radioattive. Grazie alla loro capacità di interagire con l’ambiente, potrebbero anche rimuovere detriti, individuare e aiutare vittime o effettuare riparazioni in luoghi di difficile accesso, come la parte inferiore di ponti o infrastrutture danneggiate.
Il team ha effettuato ampi test preliminari con simulazioni al computer per garantire la sicurezza prima di procedere ai test reali, dato che i propulsori emettono gas a temperature molto elevate (oltre 600°C). Ora gli ingegneri puntano a migliorare ulteriormente il sistema di controllo per far fronte a condizioni esterne variabili, come vento e altre difficoltà atmosferiche, per rendere il robot sempre più autonomo e affidabile in scenari reali. In sintesi, iRonCub MK3 rappresenta un significativo passo avanti nel campo della robotica umanoide e dei robot volanti, combinando capacità motorie complesse con la mobilità aerea, e aprendo nuove possibilità per robot che possano assistere l’uomo in compiti rischiosi e ambienti complessi.