Patatine e tumori: i consigli per abbattere la concentrazione di acrilammide

Ben pochi conoscono il significato del termine acrillammide, eppure, secondo gli esperti, rappresenta una delle sostanze cancerogene con cui entriamo più spesso a contatto. Si trova soprattutto nelle patatine fritte, ma anche in fette biscottate, salatini, cereali, pane e biscotti. Ma solo le patate a destare maggiori preoccupazioni, soprattutto quelle confezionate e vendute nei supermercati. La presenza di acrillammide, secondo la ricerca dello studio Abr, società specializzata nella sicurezza alimentare, è spesso ben oltre il limite indicato nelle chips contenute nei sacchetti. Ma cos’è e come si forma l’acrillammide?

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Patatine e tumori: i consigli per abbattere la concentrazione di acrilammide

E’ una sostanza chimica prodotta spontaneamente nei prodotti ricchi di amido, come le patatine, durante il processo di cottura, sia industriale che casalingo, a temperature superiori ai 120 gradi. Secondo i ricercatori la sostanza che si produce durante il processo metabolico dell’acrilammide, il glicidammide,  può provocare lo sviluppo di tumori. Fenomeno confermato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che ha inserito la sostanza nella lista del gruppo 2A, come ”probabilmente cancerogena”. Ma come tutelarsi? Secondo Ettore Coni, responsabile del Reparto di Contaminanti Chimici negli Alimenti dell’Istituto Superiore di Sanità intervistato da Repubblica.it, i consumatori devono evitare il consumo di cibi di troppo cotti e con evidenti segni di bruciature mentre in casa è utile preferire cotture lente ed a bassa temperatura. Le patatine, in particolare, ma anche i biscotti, la pizza ed altri prodotti di questo tipo, devono assumere una tonalità dorata e mai marroncina.