Ultime su Marte: giungono nuove prove sull’esistenza di acqua liquida

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Fonte: Twitter/@RadioItalia

Continuano ad arrivare nuovi dati dalla sonda inviata su Marte che continua ad aggiornare gli scienziati sul Pianeta Rosso, il quale stra riservando diverse sorprese. Non ultima, la possibilità della presenza di acqua allo stato liquido.

Già qualche anno fa si era ipotizzata, ma la conferma arriva oggi dalle nuove analisi di un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Cambridge pubblicate su Nature Astronomy.  Neil Arnold, dello Scott Polar Research Institute di Cambridge, che ha guidato la ricerca ha spiegato: “La combinazione delle nuove prove topografiche, dei risultati del nostro modello computerizzato e dei dati radar rendono molto più probabile che su Marte esista almeno un’area di acqua liquida subglaciale e che debba essere ancora geotermicamente attivo per mantenere l’acqua liquida sotto la calotta glaciale”.

E ha aggiunto: “La qualità dei dati provenienti da Marte, dai satelliti orbitali così come dai lander, è tale che possiamo usarli per rispondere a domande davvero difficili sulle condizioni sulla superficie del pianeta e anche sotto la superficie, usando le stesse tecniche che utilizziamo anche sulla Terra. E’ emozionante usare queste tecniche per fare scoperte su pianeti diversi dal nostro”.

L’annuncio è stato dato all’Ansa da un entusiasta Enrico Flamini, dell’ll’Università di Chieti-Pescara uno dei responsabili, nel 2018, della storica scoperta di acqua liquida su Marte realizzata insieme a colleghi dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), università Roma Tre, Sapienza e Gabriele d’Annunzio (Pescara) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). In quell’occasione ci si era basati sui dati del radar Marsis, a bordo del satellite Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Lo scienziato ha annunciato: “A nome di tutti i miei colleghi posso dire che siamo estremamente felici che un metodo indipendente confermi la plausibilità dell’esistenza di acqua liquida su Marte. Il nuovo sconfessando così studi approssimativi fatti da altri, che contestavano il nostro lavoro”.