Alzheimer: una professione è meno a rischio delle altre. Lo studio

Il lavoro da tassista potrebbe proteggere il cervello: uno studio rivela che la navigazione quotidiana riduce il rischio di Alzheimer.

La vita professionale di un tassista non è esente da sfide: lunghe ore di guida e sedentarietà possono contribuire a dolori articolari, problemi alla schiena e perfino patologie cardiache. Eppure, sorprendentemente, questa categoria professionale sembra godere di una protezione inaspettata nei confronti di una delle malattie

Un recente studio pubblicato su The BMJ rivela infatti che i tassisti muoiono a un tasso sig

La scienza del cervello dei tassisti

Da oltre vent’anni, i tassisti sono oggetto di studio nel campo delle neuroscienze. Una ricerca pionieristica del passato aveva già dimostrato che i conducenti londinesi, sottoposti al rigoroso esame chiamato The Knowledge per memorizzare migliaia di strade della città, presentavano

Un recente studio, ancora in fase di revisione il tasso di mortalità per Alzheimer, è significativamente più basso rispetto ad altri gruppi professionali. Mentre il 3,9% dei partecipanti complessivi al campione è morto per Alzheimer, solo l’1% dei tassisti è deceduto per questa malattia o studio ha approfondito come il lavoro di tassista, che richiede una navigazione continua e il ricordo di numerosi percorsi e strade, stimoli l’ippocampo, la regione del cervello fondamentale per la memoria e l’orientamento spaziale. Questo tipo di attività mentale potrebbe spiegare il motivo per cui i tassisti hanno un tasso di Alzheimer inferiore rispetto ad altre categorie professionali.

Un passo futuro per la ricerca potrebbe consistere nell’individuare strategie quotidiane che potrebbero replicare gli effetti benefici della navigazione mentale costante. Ad esempio, pratiche come l’orientamento spaziale in nuovi ambienti, giochi di memoria che stimolano la cognizione spaziale o percorsi regolari in cui l’individuo deve ricordare strade o luoghi potrebbero essere integrati nelle routine per stimolare l’ippocampo e ridurre il rischio di declino cognitivo. Alcuni ricercatori stanno già esplorando programmi di allenamento cognitivo che mirano a rafforzare la memoria spaziale in età avanzata, prendendo spunto dal lavoro che ha mantenuto attivi i tassisti per anni.

Considerazioni finali e direzioni future: Sebbene i risultati siano promettenti, la ricerca non è ancora giunta a conclusioni definitive. Gli esperti sottolineano la necessità di studi a lungo termine per approfondire l’effettivo legame tra lavoro, creatività cerebrale e prevenzione dell’Alzheimer. È anche importante tenere conto delle altre variabili che potrebbero influenzare la tariffa di Alzheimer nei tassisti, come l’adozione della tecnologia, lo stile di vita e la salute generale. Inoltre, future indagini potrebbero esplorare se ci sono altre professioni che, come i tassisti, favoriscono l’esercizio cognitivo e la protezione contro le malattie neurodegenerative.

La scoperta che il lavoro dei tassisti può contribuire a ridurre il rischio di Alzheimer rappresenta un’affascinante testimonianza della resilienza del cervello umano. Esplorare come mantenere attivo l’ippocampo nel corso della vita potrebbe offrire a tutti noi una nuova strada per proteggere le nostre capacità cognitive e affrontare il futuro con maggiore serenità.

Fonte:

https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2024.10.31.620595v1.full