I coccodrilli giganti, che un tempo dominavano le paludi del Cretaceo, rappresentano una delle meraviglie della storia naturale. Questi predatori formidabili non erano così strettamente imparentati con gli alligatori moderni come si pensava in passato. Recenti studi hanno dimostrato che i coccodrilli giganti sono distanti dalle specie attualmente esistenti. Questa scoperta suggerisce che la nicchia ecologica occupata da questi enormi rettili è stata riempita più volte nel corso della storia della Terra. Le condizioni ambientali favorevoli hanno permesso l’evoluzione di specie diverse, ognuna con caratteristiche uniche. La comprensione di queste dinamiche evolutive è fondamentale per apprezzare la biodiversità attuale e le sfide che affrontiamo nella conservazione delle specie.
Le minacce del Cretaceo e il Deinosuchus
Durante la tarda epoca del Cretaceo in Nord America, anche le creature più imponenti non erano al sicuro. La presenza dei temuti Tirannosauri rappresentava solo una delle minacce; avvicinarsi all’acqua significava anche incorrere nel rischio di incontrare il Deinosuchus, un coccodrillo le cui dimensioni e potenza lo rendevano un predatore temibile. Il suo nome, che si traduce in “coccodrillo terribile”, riflette perfettamente la sua reputazione tra le prede. Con una lunghezza che poteva raggiungere quasi gli 8 metri, il Deinosuchus era un cacciatore formidabile, dotato di denti che ricordavano le dimensioni di banane. Le sue abilità predatore lo posizionavano al vertice della catena alimentare, rendendolo un avversario temibile per qualsiasi animale che osasse avventurarsi nel suo territorio.
La ricerca sull’evoluzione dei coccodrilli
Un team di ricerca guidato dal dottor Marton Rabi dell’Università di Tubinga ha intrapreso uno studio approfondito per ricostruire l’albero genealogico dei coccodrilli. Attraverso l’analisi del DNA di circa venti specie viventi, tra cui coccodrilli, alligatori e caimani, e l’esame di 219 caratteristiche fossili di circa 100 specie estinte, i ricercatori hanno ottenuto risultati sorprendenti. Tra i coccodrilli giganti noti, si annoverano il caimano sudamericano e il Purussaurus, che popolavano Sud America e Africa all’inizio del Cretaceo. Tuttavia, gli autori dello studio hanno concluso che queste specie non erano strettamente correlate. Al contrario, i coccodrilli si sono evoluti in modo indipendente, raggiungendo dimensioni notevoli di almeno 7 metri in ben 12 occasioni distinte. Questa diversità evolutiva è un chiaro esempio di come le specie si adattino a diversi ambienti e condizioni ecologiche.
Le dimensioni del Deinosuchus e le sue implicazioni
Tuttavia, gli autori dello studio hanno anche messo in discussione le dimensioni del Deinosuchus, suggerendo che non fosse così enorme come si pensava in precedenza. Le stime più recenti collocano alcuni esemplari a circa 7,7 metri, mentre studi precedenti avevano ipotizzato lunghezze fino a 12 metri. Rabi e i suoi collaboratori ritengono che la forma del muso relativamente lungo possa aver ingannato i ricercatori nel calcolo delle dimensioni. Nonostante ciò, riconoscono che alcuni fossili parziali potrebbero indicare l’esistenza di Deinosuchus di dimensioni maggiori. Per fare un confronto, Brutus, il noto coccodrillo mangiatore di squali, misura meno di 6 metri, mentre si dice che il suo rivale, Dominator, possa superare questa lunghezza. Nonostante la riduzione delle dimensioni, gli autori sono convinti che il Deinosuchus fosse in grado di predare grandi dinosauri e non esitasse a confrontarsi con altri predatori apicali.

Conclusioni sulla storia evolutiva dei coccodrilli
In conclusione, i ricercatori hanno stabilito che il Deinosuchus si è distaccato dall’albero genealogico dei coccodrilli in un periodo relativamente precoce. Si ipotizza che fosse tollerante all’acqua salata, similmente ad alcuni coccodrilli moderni, ma a differenza degli alligatori, che si pensava fossero i suoi più prossimi parenti. Questa caratteristica spiegherebbe la presenza di diverse specie di Deinosuchus su entrambi i lati del grande passaggio marino che separava il Nord America durante il Cretaceo. Gli autori suggeriscono che i primi coccodrilli avessero una certa tolleranza all’acqua salata, mentre l’adattamento degli alligatori all’acqua dolce potrebbe aver limitato le loro possibilità di raggiungere le dimensioni dei coccodrilli di un tempo. Lo studio è disponibile in open access, offrendo così un’importante risorsa per ulteriori ricerche nel campo della paleontologia e dell’evoluzione dei rettili.