Immagina una minuscola falena australiana che, ogni anno, compie un viaggio incredibile di quasi mille chilometri. Si chiama Bogong e, a prima vista, sembra un insetto qualunque. E invece no. C’è qualcosa di straordinario nel modo in cui si muove, qualcosa che ha lasciato persino gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca, a bocca aperta: potrebbe essere il primo insetto al mondo che si orienta seguendo le stelle. Proprio così, guarda il cielo notturno e si guida con quello. Ogni primavera, questa falena parte dalle pianure dell’Australia e vola fino alle montagne, dove trova grotte fresche dove passare l’estate in uno stato di torpore. Poi, quando arriva l’autunno, fa tutto il percorso al contrario per accoppiarsi e deporre le uova. Nessuno le mostra la strada. Ogni falena fa il viaggio una sola volta nella vita, senza “istruzioni” né esempi. Eppure, trova sempre la via giusta.
Per capire come ci riesca, un gruppo di ricercatori ha avuto un’idea brillante. Hanno costruito una sorta di planetario portatile — sì, proprio come quelli delle scuole, ma trasportabile — e lo hanno piazzato in mezzo alle montagne dove queste falene vanno a rifugiarsi. Dentro la cupola hanno proiettato il cielo stellato, così com’è durante le notti di migrazione. Poi hanno liberato alcune falene Bogong lì dentro e si sono messi a osservarle. Il risultato? Davvero incredibile. Le falene si muovevano come se stessero volando all’aperto, orientandosi perfettamente in base alla posizione delle stelle. Quando i ricercatori cambiavano la mappa del cielo, loro cambiavano rotta. E se si spegneva il cielo o si toglieva la Via Lattea, le falene si perdevano del tutto. Come se a un navigatore satellitare mancasse il segnale. Questo vuol dire che non si limitano a “vedere” le stelle. Le usano. Le seguono. Le leggono. Ma c’è di più. Gli studiosi hanno capito che queste falene non si affidano solo alle stelle: sfruttano anche il campo magnetico terrestre, un po’ come se avessero una bussola interna. Così, anche se il cielo è coperto o c’è troppa luce, riescono comunque a orientarsi. Due sistemi di navigazione, in un corpo grande quanto un’unghia. Roba da non crederci. Quello che colpisce è che tutto questo non lo imparano. Non c’è una falena più anziana che le guida. Ogni generazione parte, viaggia, arriva e poi muore. Tutto quello che sanno… ce l’hanno già dentro.