Spazio: scoperta la composizione delle nuvole su una nana bruna

Le nubi di 2MASS J22081363 + 2921215 si compongono di ioduro di potassio, silicato di magnesio, ioduro di sodio ed ossido di alluminio.

Volgendo lo sguardo verso 2MASS J22081363 + 2921215 un team di ricercatori del WM Keck Observatory, con sede a Maunakea, nelle Hawaii, ha indagato per la prima volta l’atmosfera di una nana bruna ricostruendone le caratteristiche. Attraverso un approccio comparativo, gli esperti hanno indagato, inoltre, sulla somiglianza di questo oggetto, per dimensioni, età e velocità di rotazione, all’esopianeta β (Beta) Pictoris b, che è un gigante super-gioviano, distante dalla Terra circa 63 anni luce ed orbitante intorno ad una stella più grande e più luminosa del Sole. Ed è stata proprio la vicinanza con la sua stella di riferimento ad impedirne, in passato, uno studio dettagliato dell’atmosfera. “Non abbiamo ancora la capacità, con la tecnologia attuale, per analizzare in dettaglio l’atmosfera di Beta Pictoris b“, ha spiegato il 30 luglio la ricercatrice a capo dello studio Elena Manjavacas. “Quindi stiamo usando il nostro studio dell’atmosfera di questa nana bruna come un ‘proxy’ per avere un’idea di come sarebbero le nuvole anche sull’esopianeta β (Beta) Pictoris b, a diverse altezze nella sua atmosfera”.


Secondo gli esperti Beta Pictoris ha una massa 12 volte maggiore rispetto a Giove, completa un giro intorno a se stesso in sole 3,5 ore, rispetto al periodo di rotazione di Giove che è di 10 ore. Questi parametri suggeriscono che la sua atmosfera sia molto dinamica e turbolenta, con molte nuvole, il cui aspetto potrebbe non discostarsi molto dall’immagine della nana bruna su cui si è concentrato lo studio. Per quanto riguarda quest’ultima la luce che filtra attraverso l’atmosfera dall’interno caldo ha indotto la NASA a paragonarla, settimane fa, ad “una zucca intagliata di Halloween“. Manjavacas e il suo team si sono resi conto che questo modello di superficie screziato cambia nel tempo e ha associato le macchie scure alle nuvole, mentre i punti luminosi emettono più calore e, secondo loro, sono “regioni in cui possiamo vedere più in profondità nell’atmosfera”. Le nuvole sparse osservate sembrano essere costituite da granelli di sabbia calda e altri elementi esotici, lo ioduro di potassio è abbondante nello strato superiore, che comprende anche nuvole di silicato di magnesio, più in basso c’è uno strato di nuvole di ioduro di sodio e anche silicato di magnesio. Il terzo strato visibile, in profondità, si compone di nubi di ossido di alluminio, in uno strato spesso ben 718 chilometri. Gli strumenti disponibili presso l’Osservatorio Keck hanno consentito al team di correggere la contaminazione che l’atmosfera terrestre introduce nell’inquadratura del bersaglio e di misurare il vero segnale di questa nana bruna. Attraverso modelli informatici delle atmosfere gli studiosi hanno calcolato anche la posizione dei composti chimici in ogni strato stimandone la composizione, tipica delle nane brune. Lo studio sulla nana bruna e il pianeta gigante saranno presto pubblicato su The Astronomical Journal.